GUERRA: LA SCONFITTA DELLA RAGIONE

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Non esistono aggettivi da qualificare una guerra.
Non esiste una guerra calda, fredda o tiepida.
Esiste la guerra ed esiste il suo contrario.

Da sempre la guerra uccide Persone innocenti e, a mio parere, lo sono anche i soldati mandati per ordine dei loro Capi, a morire al fronte.
Non c’é una guerra pulita o sporca, la parola guerra include sempre il peggio, indipendentemente dalle “ragioni” o dai “torti” per le quali si combatte.

Ma l’uomo ha coniato il termine “ragionevole” per assolvere la guerra.
Diventano quindi ragionevoli le guerre per la difesa dei propri territori, per abbattere regimi dittatoriali, per rivendicare la Libertà dei Popoli oppressi.
Ma anche quelle guerre ragionevoli, provocano vittime innocenti, sia da una parte che dall’altra, perché la guerra non distingue le vittime, ne fa e basta.

All’indomani del vile attentato alle Torri gemelle di NY, gli Usa scatenarono sull’Afghanistan massicci bombardamenti di vendetta con l’intento di punire tutti coloro che sostenevano la politica del terrore portata avanti da quel fanatico di Bin Laden.
Morirono centinaia e centinaia di Persone, nei villaggi, nelle pianure, nei campi e nelle città.
Morirono per essere colpevoli di abitare in un Paese dove vivevano ANCHE i Talebani.
Non mi pare che il Mondo si sia mobilitato contro il conflitto afghano.
Non mi pare che qualcuno abbia richiesto, in quel momento, la Pace.
Era la “vendetta” e quando si agisce in nome e per conto del “te la faccio pagare cara” non c’é un briciolo d’intelligenza e d’umanità.

Non sfugge quindi alla regola nemmeno la guerra russo-ucraina.
La vendetta di Putin e dei suoi generali rientra nell’infame percorso che percorre la guerra.
Sempre e comunque.

Fornire armi a Kiev per difendere la propria identità, non può far altro che alimentare l’escalation della guerra.
Alle armi fornite dall’Occidente, la Russia risponderà sempre e comunque innalzando il livello dello scontro.
Fino al punto di non ritorno.

C’é un solo modo per fermare la guerra.
Sembrerà banale dirlo, ma é la Pace.

La strada per la Pace parte dal disattivare le forniture militari.
Le cosiddette “restrizioni” commerciali, dal gas al grano, dalle materie prime alle seconde, non hanno effetto se non sono accompagnate da una forte e massiccia richiesta di sedersi ad un tavolo e discutere.

Occorre ascoltare le ragioni che hanno spinto la Russia alla guerra contro l’Ucraina e ovviamente quelle che hanno indotto quest’ultima a difendersi.
Smantellare il rancore da entrambe le parti senza prendere a difesa le ragioni dell’uno o dell’altro, perché se si prende una parte sarà molto più difficile ragionare con l’altra.

La Pace é equidistante, il ragionamento di Pace dev’esserlo.
Se ci sediamo intorno ad un tavolo convinti d’aver ragione, trovare un accordo diventa impossibile.

Ascoltare é il primo passo.
Capire cosa e perché si é scatenata la guerra.
Oggi tutti parlano degli effetti, dei bombardamenti, delle Regioni conquistate e di quelle perse.
Ci mostrano case distrutte, corpi smembrati, altalene dondolanti sporche di sangue.
Non ho letto su nessun giornale dei motivi che hanno spinto uno contro l’altro.
Nessuna analisi sul pre-guerra ma tutti sul dopo.
Facile parlare di un uomo impazzito che decide di sterminare un Popolo.
Altrettanto facile puntare il dito contro la follia collettiva che invade le menti di alcuni Governanti, desiderosi di imporre la legge dello sterminio.
Forse c’é più di questo all’origine del conflitto.
Forse bisogna andare indietro nel tempo, all’origine di quella rissa che si é trasformata in battaglia.

Se lasciamo il posto all’intransigente “io ho ragione e tu torto” é inutile sedersi allo stesso tavolo.
La Pace é umile.
La Guerra é arroganza.

Chiedere alla battaglia di fermarsi e riflettere, é la prima condizione.
Senza vincitori ne vinti.
Perché nessuna guerra porta alla vittoria, lascia sempre una scia di sangue innocente, sia da una parte che dall’altra.

E questo sangue si chiama sconfitta.