REATO DI RAVE-PARTY (E NON SOLO)

DI CLAUDIO KHALED SER

“Invasione di edifici finalizzata a raduni di oltre 50 persone da cui possono derivare pericoli per l’incolumità pubblica, l’ordine pubblico o la sanità pubblica”.

Dovremo manifestare in 49 per evitare di incorrere nel reato appena creato dal nuovo Governo.

Sia chiaro, occorreva una normativa per disciplinare la materia, cosi’ come hanno già fatto in molti altri Paesi europei.
Inammissibile che migliaia di Persone occupino abusivamente proprietà private, luoghi o edifici pubblici, per manifestazioni che possono mettere a repentaglio la salute pubblica oltre che la loro.

Ma (c’é sempre un ma) cosi’ come stabilita e scritta, questa nuova norma (reato) puo’ prestarsi a molte altre interpretazioni che, con i rave-party, nulla hanno a che fare.
E’ come “parlare alla nuora perché suocera intenda”.
Stabilito che un raduno (qualsiasi raduno) puo’ causare teoricamente un pericolo, scatta l’ordinanza con relativa repressione.
Quindi TUTTE le manifestazioni di protesta, organizzate da chi dissente, possono configurarsi come “pericolo pubblico” ed essere punite.

Occupare una fabbrica per protestare contro i licenziamenti ?
Reato.
Occupare una scuola, un edificio, una via o una piazza ?
Reato.
Occupare un paesino per ricordare un coglionazzo ?
Reato.
Ah no, scusate, questo non é reato.

In teoria molte Leggi potrebbero essere considerate, in qualche modo, “liberticide” il loro valore sta nell’uso o nell’abuso.
Un filo rosso talvolta talmente sottile da risultare impercettibile.
Come in questo nuovo reato, che punisce “l’invasione” senza stabilire a cosa esattamente ci si riferisce, lasciando una libera interpretazione del termine invasione.

E noi, con questo Governo sulla groppa, di tutto abbiamo bisogno, meno che delle “libere interpretazioni”.