AI POVERI NON TAGLIATE ANCHE LA DIGNITÀ

DI CLAUDIA SABA

A Napoli, sono centinaia le persone in fila davanti alla Caritas.

Un tempo, quando le incontravi, si coprivano il viso.
Oggi no.
Ti guardano dritto negli occhi e aspettano con dignità il proprio turno.

Tra i tanti volti immagino il ragazzo rimasto senza lavoro dopo aver fatto lo schiavo di un’azienda per due euro l’ora.

Oppure l’uomo di 50 anni licenziato in tronco con un sms e due bimbi da mandare a scuola che lo aspettano a casa.
E ancora una donna anche lei senza lavoro dopo che la signora a cui faceva da badante ha deciso di mandarla via.
Perché questa e’ la cruda realtà.
Una realtà che nessuno vuole vedere.
Risultato di una società che predilige le armi al posto del pane, le bombe al posto della vita, un grido alla vittoria invece che alla pace.

Servono soldi, ci racconta questo governo appena insediato.
Fatto delle stesse persone che fino a poco tempo fa dicevano di poter cambiare tutto con un click…
Invece arrancano.
Non sanno a chi togliere per dare a chi devono.
Perché quei soldi dovranno andare sempre nelle stesse tasche, quelle del potere, e mai dalla parte giusta, quelle dei poveri e fragili.

Ormai siamo talmente assuefatti alle discriminazioni, da non farci più nemmeno caso.

E così accettiamo l’invio di armi come un fatto normale, togliendo proprio a quella categoria che senza il Rdc oggi sarebbe qui insieme ai tanti altri già in fila alla Caritas.
Dato, questo, confermato dal presidente dell’INPS Tridico in una recente intervista.

Ma qualcuno ha convinto i poveri che tagliare se stessi sia cosa buona e giusta, eroica.

Mentre gli unici eroi sono proprio loro, questi uomini e donne che camminano a testa alta verso l’indigenza, a cui non è rimasto più nulla da tagliare se non la dignità.

Questo governo non risparmierà nessuno.
Nemmeno i più giovani
che, se non saranno figli ‘di’ qualcuno, avranno un futuro pieno di nebbia.
Noi, immobili, ci consoliamo celebrando la giornata nazionale della povertà.
Cercando di lavare così
le nostre misere coscienze.