DI GIORGIO CREMASCHI
Immaginatevi uno stato dove si riunisce il supremo consiglio di sicurezza con il presidente della repubblica, che lancia un proclama contro un intellettuale democratico di un paese estero. Stiamo parlando della fatwa di qualche regime integralista islamico?
No è il massimo organo dello stato ucraino che ha emesso un verdetto di condanna contro la nostra Donatella Di Cesare, filosofa e pacifista.
Questo atto è pura violenza contro qualsiasi principio democratico, soprattutto contro quanto viene sempre proclamato come cardine dell’Europa. È doveroso pretendere che ora il governo ed il Presidente della Repubblica intervengano su Zelensky per esigere il rispetto della democrazia e dei cittadini del nostro paese. E attendiamo che tutti gli strenui difensori della libertà che imperversano sui mass media condannino per questo il governo ucraino.
Voglio però aggiungere che tutto questo mi indigna, ma sinceramente non stupisce.
A capo dell’Ucraina oggi c’è un regime nazionalista nazistoide che proibisce ogni opposizione e che perseguita come nemico della patria ogni dissenziente.
I giornali guerrafondai italiani vantano che quel regime abbia il consenso del 70% della popolazione. Magari è vero, perché anche i regimi fascista e nazista avevano un alto consenso fino a che non hanno perso la guerra. Ma resta il fatto che il 30% non d’accordo non ha alcuna possibilità di esprimersi, se non rischiando la vita. In Ucraina i dissidenti più fortunati sono sottoposti a processo, gli altri vengono legati ai pali delle vie e sottoposti al pubblico linciaggio, catturati e torturati in prigioni segrete delle bande naziste, fatti sparire. Ci sono tante documentazioni di queste infamie, molte le diffondono gli stessi aguzzìni ucraini per vantarsene, ma la censura di guerra della stampa italiana si guarda bene dal diffonderle.
D’altra parte non sono gruppuscoli emarginati quelli che cantano gli inni nazisti e considerano padre della patria Stepan Bandera, il tagliagole collaborazionista di Hitler. Tutto il palazzo ucraino oggi è banderista, ma nessun nazionalismo o difesa de paese giustifica la legittimazione del neonazismo. Che viene persino armato e che oggi è un pericoloso centro di trame eversive in tutta Europa, come dimostra l’indagine in corso da parte della magistratura della Campania.
L’Ucraina di oggi è un paese aggredito da una grande potenza, ma non è un paese democratico e il sillogismo dei guerrafondai, siccome sono invasi difendono la libertà, rischia di produrre guasti gravi alla sempre più fragile democrazia italiana ed europea. Il rischio è che invece che europeizzare l’Ucraina si ucrainizzi l’Europa.
Per questo è necessario fermare ora la guerra bloccando l’invio di armi, per giungere ad un immediato cessate il fuoco che apra la via al negoziato e al compromesso di pace. Perché se continua a lungo questa guerra magari non si mangerà tutta l’umanità con una terza guerra mondiale, ma sicuramente divorerà la democrazia europea.
Solidarietà totale a Donatella Di Cesare, le loro minacce non riusciranno ad intimidirci e le loro bugie ancora meno.