DI TURI COMITO
C’è stato un tempo, non lontano, in cui la Lega adorava il dio Po e i suoi seguaci si sposavano con “rito celtico”. Ché loro erano celti, non latini. Tra questi spiccava lo statista-dentista Calderoli
l’altro giorno ad un passo dal diventare presidente del Senato.
Era il tempo in cui questo partito voleva la secessione (che venne solennemente dichiarata a Pontida in presenza dell’ideologo Gianfranco Miglio e con l’immancabile coro del Nabucco “va pensiero”).
Era, la Lega di allora, un partito a suo modo “rivoluzionario” di destra. Qualunquista, forcaiolo (si ricordano con orrore i cappi sventolati dai leghisti in parlamento durante “Mani pulite”), a parole antimafioso (la Padania, il giornale, pubblicò in prima pagina una serie di domande a Berlusconi insinuando che fosse un membro di Cosa nostra, https://arengario.net/poli/poli401.html), a parole antifascista (Bossi era quello del “mai coi fascisti”, salvo poi andare al governo con quelli che un giorno prima così aveva chiamato, cioè Alleanza Nazionale), a parole “anticasta” (manifestava, la Lega, una specie di odio radicato verso tutti i partiti), antieuropeista (ah, le belle campagne noeuro…) e, infine, anche antipapista (qualcuno si ricorda ancora le polemiche sulla Chiesa corrotta e in mano ad affaristi).
Oggi, non molti anni dopo, la Lega è il partito della “identità giudaico-cristiana”, quello dove il leader bacia i rosari nei comizi, quello che continua ad attaccare il papa ma solo perché non è sufficientemente reazionario come vorrebbe che fosse. Quello che vuole i bonus per le coppie che si sposano con rito cattolico. Quello che ha messo Giorgetti, praticamente l’alter ego di quello là, il supermigliore, che ha salvato l’euro, al ministero dell’economia.
Cionostante è ancora un partito “rivoluzionario”.
Di una rivoluzionarietà reazionaria (non crediate che sia un ossimoro essere reazionari e rivoluzionari: non è così) sbandierata con orgoglio.
Con lo stesso orgoglio con il quale, qualche anno fa, si proclamavano secessioni e si celebravano matrimoni celtici.
Alla fine, quel che caratterizza, oggi come allora, la Lega è una cosa sola: l’assenza totale di senso del ridicolo unitamente ad una inossidabile idea di essere qualcos’altro rispetto a quel che è.
Cioè un grumo di potere imprenditorial-territoriale e un affastellamento di ideuzze prese qua e là e cambiate ogni volta che è necessario, per avere voti ed esercitare, dal governo o dall’opposizione, potere.