DI MARIO PIAZZA
Non è troppo corta la coperta come si affannano a ripetere tutti gli esponenti della superdestra che riescono ad acchiappare un microfono, sono troppe le porcherie le ingiustizie e le panzane che ci vogliono infilare sotto.
Possono prendere per il sedere i farlocconi e le citrulle che si eccitano per le smorfie della Meloni e per i rutti di Salvini, ma come la giri la giri questa è una manovra a misura di ricco e di evasore.
Dati il Covid, la crisi energetica, la guerra e l’inflazione ero pronto ad affrontare degli inevitabili sacrifici e non me ne sarei lamentato, ma che un pezzetto della mia pensione debba servire per abbassare le tasse a chi già navigava serenamente e a piacimento al di sotto del radar del fisco mi fa girare le scatole.
Io mi incazzo, ma quel “carico residuale” di gente a cui verrà tolto il reddito di cittadinanza senza alcuna misura alternativa che serva per non gettarla nella disperazione o peggio tra le braccia della malavita che cosa dovrebbe fare? Rallegrarsi perchè non verrà inseguita da vecchie pendenze col fisco per entrate che non ha mai avuto? O andare a riscuotere un assegnetto per un primo figlio che non può permettersi di avere? O rifare la facciata di una casa che non avrà mai? O essere felice per il bonus sulla bicicletta che sarà costretta a rubare?
E’ come se in un pronto soccorso il “triage” venisse fatto al contrario: Passano prima quelli con l’emicrania o l’acidità di stomaco, chi sanguina o non riesce a respirare rimane in sala d’aspetto o viene rispedito a casa.
In un paese normale tanta porcheria e ingiustizia tutta insieme porterebbe la gente nelle piazze coi forconi, ma che l’Italia non sia più un paese normale ormai lo sappiamo tutti.