DI GIOACCHINO MUSUMECI
Quando leggo o sento il mantra : il sussidio solo a chi non può lavorare, mi chiedo cosa sia “lavoro” per la compagine di governo.
Nella nostra Costituzione il lavoro è in posizione centrale, lavoro a parole sempre nobilitato per bocca di chi dell’argomento poco o nulla sa e ancor meno fa. Infatti i nostri governanti, cristallizzati in ammuffiti proclami sulla sovranità alimentare o proposte completamente inutili come quella dei 20mila euro a patto di sposarsi in chiesa, affrontano il tema lavoro non certo in termini di investimento nonostante i lavoratori siano mediamente indietro di 30 anni rispetto ai colleghi del resto d’Europa.
Le strategie si semplificano nella sottrazione di risorse destinate alle politiche sociali senza peraltro migliorare di un millimetro la posizione del lavoratori e più in generale dei cittadini.
Si nota con stupore quanto il tema lavoro sia secondario a quello della pace fiscale, misura che in definitiva favoreggia evasori e corrotti in tempi di scarsa liquidità, mentre insensatamente diminuiscono le risorse per il Rdc senza alternative altre. Così si favoriscono il lavoro irregolare, lo sfruttamento dei territori da parte delle mafie e contestualmente si ventila con sempre maggiore insistenza la necessità che i meridionali debbano emigrare al settentrione. I governi cambiano ma il paese corre all’indietro.
Il problema del governo Meloni e quindi della nostra Dx è in generale l’idea che investire risorse nelle politiche sociali sia uno spreco e non si tratta solo di Rdc. In definitiva il cittadino è laterale nonostante sia fondamentale sul piano produttivo. In questa logica Il governo ha azzerato aiuti importantissimi alle famiglie mentre chi ruba o ha sempre rubato può continuare completamente indisturbato. E sottolinearlo non è populismo casomai realismo e critica all’inadeguatezza della compagine Meloniana chiacchierona e molto codarda.
Oltre la modifica al ribasso del superbonus per l’edilizia, misura nonostante i difetti elogiata in sede europea e poi svalutata per i capricci di Draghi, muore il bonus fiscale proprio quando aumentano i tassi di interesse: fine degli sgravi concessi ai giovani con meno di 36 anni per l’acquisto di un immobile. Scompare il bonus disabili per l’abbattimento delle barriere architettoniche, tanto chi se ne frega al governo non ci sono disabili. Stop al bonus trasporti misura di largo successo col bonus asilo nido, quest’ultimo importantissimo per pagare le rette necessarie per la frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati ma non solo: comprendeva forme di assistenza domiciliare a favore di bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie croniche. Tagliare anche questo bonus è una mossa davvero molto miserabile.
Addio anche al bonus bebè, l’assegno mensile destinato alle famiglie per ogni figlio nato, adottato o in affido preadottivo nel 2021. Allora queste benedette “famiglie tradizionali” su cui Meloni chiacchierava forse a casaccio, che posto occupano realmente nei programmi del governo? Queste famiglie esaltate nei comizi perché minacciate da lobbies distorsive della morale bigotta se non inventata di sana pianta che futuro hanno? Lo dico io: o possiedono risorse oppure possono contare esclusivamente su un mercato del lavoro che vanta centinaia di morti e salari da fame, ciò a meno di non ricevere un calcio in culo e in nome dell’altra bufala mondiale ossia il merito, trovarsi miracolosamente assisi a riscaldare scranni e fare solo danni.
Purtroppo per gli ultrameloniani convinti e meno convinti politicamente parlando Giorgia Meloni si riassume facilmente: vitalizi a condannati per truffe ai danni dello stato, norme in aiuto ai grandi evasori, famiglie tradizionali alla fame e famiglie catalogate irregolari per l’orientamento sessuale senza diritti come i migranti addirittura regolari. L’Italia infatti è quel posto dove gli stranieri che lavorano da anni e pagano le tasse non sono cittadini ma generici individui in attesa di riconoscimento giuridico. Ciò perché cittadini Italiani, secondo la filosofia della Dx rampante, “non si diventa”. E proprio qui possiamo misurare il baratro culturale in cui si trova l’attuale governo. Progressismo? Non esiste e voglio dirlo, anche i governi che avrebbero potuto migliorare i percorsi verso la cittadinanza italiana non si sono scomodati.
Infine Meloni si dichiarava nemica delle lobbies ma è un urlatrice pavida e debole coi forti che se la girano come una trottola: nessuna norma per bloccare la speculazione di traders dell’energia che da Agosto 2021 hanno moltiplicato a dismisura gli utili. Meloni taglia tutte le risorse per le famiglie ma trova sensato veicolarne verso la guerra in Ucraina? Manca l’equilibrio necessario per dichiararsi autenticamente POPOLARE.
Mi spiace ma del “sovranismo meloniano” tanto decantato è rimasto un verme appeso all’amo. Saranno gli stessi elettori della bionda fiamma a divorarlo quando, e succederà, la miseria toccherà anche i loro portafogli.
Gioacchino Musumeci
da:
22 Novembre 2022