DI ANTONELLO TOMANELLI
Mentre gli Ucraini seguono l’insegnamento di Zelensky giustiziando i soldati russi che si arrendono, il Parlamento europeo definisce la Russia un Paese «sponsor del terrorismo» e che «usa metodi terroristici». Un mondo che gira al contrario, a trazione UE.
Questa volta a dirlo non è un consesso di secondo piano, né un individuo scarsamente dotato come Zelensky, ma l’unico organo rappresentativo dell’Unione Europea, eletto a suffragio universale da oltre 400 milioni di persone, la più grande elezione democratica del mondo dopo l’India. Insomma, un segnale forte, anche se gli USA tacciono.
Ma definire terrorista uno Stato come la Russia è pura illogicità. Lo Stato terrorista è quello Stato che vuole condizionare la politica di un altro Stato, senza avere la capacità militare di aggredirlo. Così, ricorre a metodi alternativi, come le bombe nei luoghi pubblici o il dirottamento di navi e aerei, eleggendo a bersaglio i civili di quello Stato, utilizzando persone o gruppi che sostiene economicamente.
Ma senza mai rivendicare gli attentati, anzi disconoscendone la paternità. L’azione dello Stato terrorista non è mai fine a se stessa, costituendo sempre un atto strumentale, un messaggio alla Nazione cui le sventurate vittime appartengono.
Come possa entrare in una tale tipologia uno Stato come la Russia, è un vero mistero. In realtà, la Russia sta conducendo una guerra contro l’Ucraina. La guerra non è terrorismo, ma un odioso mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, della cui possibilità lo stesso ONU prese atto quando scrisse le quattro Convenzioni di Ginevra, autentiche fonti del diritto internazionale bellico, che fin dal 1949 disciplinano i comportamenti che gli Stati devono tenere quando si affrontano militarmente.
Quindi, non ogni atto bellico va considerato un crimine di guerra.
Il bombardamento delle infrastrutture rimane un atto bellico, anche se destinato a condizionare l’esistenza di un numero indeterminato di civili, che rimangono senza luce e senza riscaldamento. Rastrellare i civili casa per casa, radunarli in un bosco e ucciderli, o colpire volutamente una scuola o un ospedale con un missile, questi sono crimini di guerra.
Anche uccidere a sangue freddo soldati che si sono arresi, è un crimine di guerra. Ma non per questo l’Ucraina potrebbe essere considerata Stato terrorista.
In realtà, quel gruppo maggioritario di ignorantoni che siede al Parlamento europeo ha confuso tra loro concetti che il diritto internazionale tiene ben distinti. Qualsiasi commissione d’esame boccerebbe chi ha votato quella risoluzione. La guerra è una pratica disciplinata da una serie di norme, contenute principalmente nelle Convenzioni di Ginevra. Al contrario, il terrorismo internazionale non è disciplinato da alcuna convenzione, perché vietato tout court.
Del resto, se la guerra fosse considerata un crimine in sé a prescindere, centinaia di generali e soldati americani avrebbero dovuto essere giudicati e condannati. Non a caso gli USA si sono guardati bene dall’appoggiare questa definizione della Russia come Stato terrorista, proprio perché, secondo tale logica, anche loro andrebbero considerati terroristi.