TARATI PER IMBROGLIARE: “L’EVASIONE E’ ALTRO”

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

 

In un post pubblicato ieri : “Commenti degli utenti ai miei post sulla Meloni” ho descritto ironicamente due interventi di utenti manifestatamente meloniani. Naturalmente non c’è nulla di male nel preferire FDI a un altra forza politica ma voglio soffermarmi su un dato che spiega in che modo sia orientata la società cosiddetta “ civile”.

In riferimento allo specifico commento di una signora che sosteneva quanto la Meloni stia provando a mettere ordine sullo sfacelo ereditato da altri (spiace per la signora ma è una gran cavolata dato che la Meloni prosegue l’agenda Draghi) ho risposto che il tetto dei contanti a 5mila euro non riordina nulla ma è un idea che favorisce marcatamente l’evasione.

Qualche ora dopo ho letto la risposta dell’ utente: “5mila euro di contanti a vantaggio dell’evasione? L’evasione è altro.”

Ecco: a voi l’esempio accademico del patetico imbroglione da commedia all’italiana. “L’evasione è altro” non significa nulla, esprime il modus operativo dello scroccone molto ipocrita su cui la Dx costruisce consenso. Evadere il fisco è quell’azione specifica che consente all’individuo di schivare i propri doveri. Si può anche girare con 10mila € di contanti ma dev’essere trasparente l’origine di questi soldi, e comunque l’evasione non è questione legata all’entità della somma di contanti che comunque in un paese disagiato come il nostro, dato che perdiamo 130 miliardi l’anno, va controllata.

Evadere il fisco è un concetto banale, solo un blocco mentale o furbizia spicciola impedisce di capirlo, sovverte il principio della condivisione di risorse destinate al comparto pubblico e non esiste una cifra sotto la quale non si è evasori. Certo scordare in buona fede lo scontrino del caffè non è lo scandalo su cui concentrarsi, ma dire “l’evasione è altro” va ben oltre il caffè e pure il pranzo appena consumato.

Affermare “l’evasione è altro” è il sintomo più grave dell’assenza di coscienza collettiva che caratterizzerebbe un popolo coscientemente democratico. Ciò è comprensibile, in fondo la nostra democrazia nasce dalla ceneri MAI SPENTE di una dittatura rimpianta il cui retaggio si esprime con “evasione è altro” e convive con “io so io e tu non conti un cazzo”. Perciò tu paga le tasse, io scrocco in attesa di una bella “tregua fiscale” come sostiene la Meloni.

Oltre questo c’è da segnalare che “L’evasione è altro” viene da chi magari gira con 5mila euro, ovverosia quasi dieci volte un Rdc, di origine ignota, quindi denaro sottratto alla comunità, ma protesta se una parte esigua di denaro pubblico viene destinata ai poveri. Il che rende certi individui particolarmente tossici.

Per finire “evasione è altro” proviene ancora da coloro che recitano il mantra: “non sono libero di spendere i miei soldi come voglio”, altra assurdità, i soldi sono nostri anche spesi da un bancomat o una carta di credito, non cambia nulla se non che tutto è trasparente. Ma se 5 persone si recano in gioielleria e acquistano la collana per l’amante, proprio come ha sostenuto il leghista Giulio Borghi, il gioielliere si ritrova 25mila € di cui nessuno sa nulla, proprio come la moglie ignora che il marito, magari pure geloso, regala gioielli all’amante di cui si dichiara innamorato (questo vale anche quando è il marito ad ignorare che la moglie regala l’orologio all’amante).

E allora quando parlo di patetica commedia all’italiana non ho forse ragione? Peccato che la commedia perenne contribuisca con imbrogli di proporzioni ben diverse a un fenomeno che nessuno vuole combattere perché in fondo “l’evasione è altro”.