DI LUCA BAGATIN
E’ morto a Shanghai l’ex Segretario Generale del Partito Comunista Cinese (PCC) dal 1989 al 2002 e Presidente della Repubblica Popolare Cinese dal 1993 al 2003, Jiang Zemin, all’età di 96 anni.
Jiang fu successore del leader riformista Deng Xiaoping e ne proseguì, ampiliandole, le riforme in campo sociale ed economico.
Nato nel 1926 a Yangzhou, nel 2000 elaborò la sua teoria delle “Tre Rappresentatività”, che delineò il nuovo ruolo del PCC, rendendolo, sostanzialmente, un partito interclassista e aperto a tutte le categorie della società, comprese le forze produttive, culturali e artistiche.
Nel corso degli Anni ’90 introdusse riforme fiscali, che stabilirono una distinzione fra imposte locali e nazionali, oltre che rafforzò la legislazione in ambito societario, rafforzando lo spirito imprenditoriale delle imprese, adeguandolo al management moderno.
Durante i suoi mandati fu garantito il diritto alla proprietà privata, che venne costituzionalmente riconosciuta come parte fondante dell’economia cinese, pur mantenendo l’assetto socialista della società e dell’economia, frenando le spinte all’individualismo selvaggio e correggendo gli aspetti più deleteri dell’economia capitalista occidentale, in primis la disoccupazione.
Nel 1998 lanciò la campagna delle “Tre Attenzioni”, ovvero: “prestare attenzione allo studio”; “prestare attenzione alla politica”; “prestare attenzione alla rettitudine”, campagna che avrebbe dovuto ulteriormente modernizzare il “socialismo con caratteristiche cinesi” lanciato da Deng Xiaoping nel corso degli Anni ’80, oltre che frenare le spinte all’immoralità e alla corruzione, generate dall’individualismo, causato dall’eccessivo benessere economico che stava pervedendo la Cina di quegli anni.
La lotta alla corruzione fu, infatti, uno degli aspetti fondanti della politica portata avanti dall’amministrazione guidata da Jiang Zemin.
In politica estera, Jiang Zemin fu il primo a parlare di multipolarismo o multilateralismo, ovvero lanciò la prospettiva di un mondo che, nel rispetto delle reciproche differenze, cooperasse al fine di mantenere equilibrio all’interno della comunità internazionale. Un sistema atto, in sostanza, a mantenere pace e prosperità nel mondo. Tale posizione è peraltro ancora oggi alla base della politica estera della Cina guidata da Xi Jinping.
Della politica di Jiang Zemin, oltre che del suo predecessore e del suo successore, Hu Jintao, parla peraltro diffusamente il saggio “Quarant’anni di Cina” della prof.ssa Daniela Caruso, docente di Studi sulla Cina presso l’Università Internazionale per la Pace delle Nazioni Unite con sede a Roma.
Il ruolo di Jiang Zemin – come riportato dall’ANSA – è stato ricordato anche dal Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, che, dicendosi “profondamente rattristato” per la sua scomparsa, ha ricordato come “Sotto la guida di Jiang Zemin, nel 1995 la Cina ha ospitato la storica Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne e nel settembre 2000 ha partecipato al Vertice del Millennio delle Nazioni Unite a New York”, aggiungendo “Non dimenticherò mai il suo calore e apertura personali, così come l’eccellente collaborazione di cui ho goduto in qualità di premier del Portogallo per garantire la transizione senza intoppi del passaggio di consegne alla Cina dell’amministrazione di Macao”.
Luca Bagatin