DI ENNO REMONDINO
L’Unione Europea immagina davvero una nuova Norimberga per Vladimir Putin e l’intero vertice del Cremlino? Dopo quanto bombe atomiche? Al momento una provocazione politica accompagnata da molti dubbi sulla sua utilità. «Pur continuando a sostenere il Tribunale penale internazionale (non riconosciuto da Russia e Usa assieme), proponiamo un tribunale speciale, sostenuto dalle Nazioni unite, per indagare e perseguire il crimine di aggressione della Russia». Al centro di molte critiche politiche, Ursula cerca di rilanciare la sua immagine, ma subito inciampa e rivela per sbaglio il numero vero delle vittime ucraine.
Per il tribunale internazionale “normale”, gli “impunibili militari Usa” anche a costo di una azione militare in casa altrui per liberarli. Infine il dramma palestinese con premier Israeliano che chiede agli amici nel mondo di impedire all’ONU di portare l’occupazione dei territori palestinesi al giudizio del Tribunale Internazionale. La giustizia di mercato.
Un tribunale speciale per imputati speciali. Solo alcuni
L’annuncio in un video sui canali social. Gli Stati Uniti si sono detti subito disponibili a cooperare con l’eventuale tribunale speciale. Anche a depotenziare la Corte penale internazionale dell’Aja che loro, assieme alla Russia, non riconoscono e quando li tocca, la minacciano. Ma questo lo vedremo dopo. Se l’Aja indaga su entrambi i fronti, verificando anche le accuse di crimini commessi dalle forze Ucraine, il tribunale speciale proposto da von der Leyen orienterebbe le imputazioni unicamente contro Mosca. E poi l’invenzione del reato di «aggressione contro un altro Stato», non nei poteri concessi alla Corte penale internazionale.
Indagini Eurojust
Procedimenti giudiziari che potrebbero essere “avviati parallelamente ma non in contrapposizione”. Senza confronto per decidere ragione e torti. L’Ucraina e 14 Stati hanno avviato indagini sui crimini commessi da Mosca. Indagini supportate dalla “procura europea” Eurojust che ha inviato squadre composte anche da inquirenti italiani. E Nello Scavo su Avvenire, segnala che la guerra non risparmia le chiese dal coinvolgimento nel conflitto. «Se ieri Kiev ha dato ordine di compiere altre perquisizioni in monasteri rimasti fedeli al patriarca russo Kirill, nei giorni scorsi due sacerdoti di rito greco-cattolico erano stati arrestati dalle forze filorusse nel Donbass». Collegamento con l’attacco informatico al Vaticano di ieri dopo le critiche di Mosca al papa, possibile ma indimostrabile
L’inciampo del troppo dire
Gaffe da parte della presidente Ue ed ex ministro della difesa tedesca che ben conosce cosa sono le informazioni “solo per i suoi occhi”, come dicono gli specialisti di segreti. ‘Numeri sensibili’, sempre coperti da segreto durante una guerra, sulle perdite subite da Kiev: «oltre 20 mila civili e più di 100 mila militari». Una ecatombe e un segreto soprattutto per l’opinione pubblica ucraina. Rincorsa a tagliare il brano incriminato, pezza inutile nel buco via web che l’ha già diffusa per il pianeta. Pesanti rimproveri da Kiev, Washington e Londra che vedono vanificati molti sforzi nella propaganda bellica. Ancora il 29 novembre l’Onu parlava di 6.655 morti e 10.368 feriti civili ucraini, ‘dati reali probabilmente molto più alti’, ammetteva.
Tribunale Internazionale e gli “impunibili”: Alberto Negri
Un dettaglio che sfugge ai più e noto a pochi, da Alberto Negri. «Gli Usa non solo non hanno mai aderito alla CPI dell’Aja ma hanno approvato nel 2002 una legge (Hague Invasion Act) che proibisce di cooperare con la Cpi». Non solo e peggio, al limite dell’incredibile: la stessa legge «autorizza il presidente Usa a liberare con un intervento militare eventuali cittadini Usa che dovessero essere alla sbarra della CPI. In pratica ad attaccare l’Olanda e invaderla. Nessun ufficiale Usa è mai stato incriminato dalla CPI. Gli Usa possono bombardare la Corte penale internazionale dell’Aja», la lettura strettamente logica di una pretesa inammissibile che diventa caricatura
Israele, torti impuniti a rischio tribunale internazionale
In questi stessi giorni, il primo ministro israeliano uscente, Yair Lapid, ha inviato una lettera a più di 50 capi di stato e di governo per fermare alle Nazioni unite la richiesta palestinese di un “parere consultivo” della Corte internazionale di giustizia «sull’occupazione militare israeliana, la colonizzazione ebraica e i piani di annessione allo Stato ebraico del territorio palestinese». Secondo Lapid sarebbe in atto «uno sforzo concertato contro Israele, per screditare le legittime preoccupazioni degli israeliani sulla sicurezza e per delegittimare l’esistenza» dello Stato ebraico, che nel frattempo reagisce a suo modo, informa Michele Giorgio su Pagine Esteri.
Rischio terza intifada palestinese
Quattro palestinesi sono uccisi dall’esercito israeliano durante incursioni in Cisgiordania alla ricerca, afferma Tel Aviv, di «sospetti terroristi». Per il primo ministro dell’Autorità palestinese, «la continua dichiarazione di guerra al nostro popolo». Situazione che rischia di aggravarsi col nuovo governo di estrema destra di Netanyahu e l’incarico di futuro ministro della Pubblica Sicurezza, con poteri speciali, assegnato a Itamar ben Gvir, il leader del partito razzista Otzmah Yehudit.
Stando ai media israeliani i comandi militari hanno avvertito Netanyahu che la situazione potrebbe precipitare in una terza Intifada palestinese se ci saranno provocazioni da parte dei suoi ministri ultranazionalisti.