DI ALFREDO FACCHINI
Come volevasi dimostrare la Svezia ha venduto i curdi all’amiko Erdogan.
Il governo di Stoccolma ha estradato in queste ore in Turchia un membro del “Partito dei lavoratori del Kurdistan” (Pkk). Si tratta di Mahmut Tat, condannato in Turchia a sei anni e 10 mesi di carcere per appartenenza al “Pkk”. Era fuggito in Svezia nel 2015.
Era il ticket da pagare per l’ingresso in quella caserma che è la Nato. Dove la legalità internazionale è una truffa. Un curdo, un palestinese o un siriano, messi insieme, non valgono un abitante di Kiev.
Si tratta di uno dei primi espulsi dalla Svezia in Turchia. Ma non basta. In ballo c’è il destino di altri 75 cittadini turchi curdi in esilio o rifugiati in Svezia.
Erdogan, in passato si era ferocemente opposto all’ingresso di Stoccolma nell’Alleanza. Le relazioni tra i due Paesi sono tese da decenni, a causa della politica svedese di sostegno ai Curdi che il governo turco considera terroristi: per esempio i seguaci dell’imam dissidente Fethullah Gulen.
Ma ora la “pacchia è finita”. Stando alle dichiarazioni di alcuni alti esponenti della diplomazia turca, il nuovo governo svedese starebbe facendo passi positivi nella direzione auspicata da Ankara.
Fanno la guerra al dittatore Putin perché ha invaso l’Ucraina, mentre vanno a braccetto con il dittatore Erdogan che fa la guerra al popolo curdo, che al posto nostro, ci ha salvato dall’Isis.
Oltre alla Turchia, l’Ungheria di Viktor Orban è l’unico Paese Nato che non ha ancora ratificato l’ingresso di Stoccolma e Helsinki, anche se Budapest ha assicurato che avverrà entro la fine dell’anno.
Venduti.