IL GOVERNO: COME ZAPPARSI I PIEDI DA NOBEL

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Buongiorno a tutti, ieri in una delle tante mie esplosioni linguistiche creative ho introdotto il neologismo “demenzialiter”, fusione tra demenziale e sempiter a indicare la demenza irreparabile ed eterna. Oggi sono incappato in una “melonata” che ha suscitato in me un sentimento di sgomento concentrato come lo sciroppo di un acero canadese (che consiglio per le notevoli proprietà alimentari).

La nostra pregiata presidente del consiglio ha dichiarato quanto segue: “I contanti in casa posso averli per mille ragioni, magari un amico mi ha restituito un prestito: se non li posso spendere legalmente lo farò in nero perciò più alzi il tetto al contante, meno favorisci l’evasione”…

Ecco riflettendo sul pensiero “meloniano”, m’è venuto in mente che tra le mille e più ragioni, a cui la premier non pensa, per cui uno possa avere contanti in casa, c’è anche il ricavato dello spaccio, dallo sfruttamento della prostituzione, oppure il pizzo estorto ai negozianti. Non è che spacciatori, mafiosi e magnaccia rilascino scontrini o fatture quando “lavorano”. L’interesse principale di tutta questa gente è semplicemente riciclare denaro sporco, e se si alza il tetto dei contanti non si fa altro che favorire la circolazione di denaro marcio fin dall’origine dato che nessuno si domanderà da dove provengano i 5mila euro che spacciatori e mafiosi spenderanno indisturbati quotidianamente. E’ davvero tanto difficile da capire?

Certi stinchi di santo non chiederanno mai scontrini ai commercianti, oppure glieli chiederanno per scaricare Iva generata dal riciclaggio di denaro sporco. E’ un circolo vizioso a cui si pone fine esclusivamente se l’origine del denaro è chiara. I commercianti, a loro volta, tartassati dalla pressione fiscale, argomento su cui il governo non scuce una sillaba, troveranno una ragione per non emettere scontrini e fatture. Se poi ci mettiamo che la manovra esenta i commercianti in regime forfettario sotto circa 60mila € dalla fattura elettronica otteniamo un minestrone completamente avariato.

Dunque, spiace essere d’accordo con Bankitalia, che conta un po’ più di me, la teoria della Meloni è sbagliata dalla nascita. E in qualsiasi caso anche alzando il tetto dei contanti chi assicura alla nostra premier geniale che quei soldi non saranno spesi in nero? PROPRIO NESSUNO.

Ma alla nostra premier basta poco per giustificare un epic fail come la sua gestione “demenzialiter” dei contanti. Infatti Meloni sostiene che l’anno in cui c’è stata minor evasione, sia stato il 2010, casualmente anno del quarto governo Berlusconi in cui il tetto ai contanti era 5mila €. Ovviamente sono andato a verificare e ho scoperto che Giorgia la furbacchiona fa riferimento a una relazione di Unimpresa secondo cui l’evasione del 2010- totale 83miliardi- è in assoluto la più bassa del decennio. Peccato, la relazione offre solo un dato parziale che Meloni e stampa simpatizzante spacciano fallacemente come definitivo. La verità è invece che nella stima delle tasse evase, mancano le accise sui prodotti energetici, le imposte immobiliari e i contributi, tre voci fondamentali. Per scoprire la panzana a cui si appende la presidente basta consultare le relazioni sull’evasione pubblicate solo dal 2016 sul sito del Mef in cui compaiono tutte le voci; non solo, approfondendo si scopre che manca la relazione complessiva del periodo 2021/2022 che Draghi non ha fatto pubblicare per ragioni che il tesoro non ritiene di chiarire. I Misteri della divinità.

A tutto questo voglio aggiungere che la leggiadra gestione berlusconiana delle finanze valse nel 2011 la crisi del nostro debito sovrano con lo spread schizzato a 574 punti base. Ecco quello è il differenziale reale in assoluto più alto a cui seguì la recessione orribile i cui costi e suicidi gravano ancora sulle nostre spalle. Gli autori di quel disastro clamoroso oggi si trovano ancora a governare il paese con le stesse ricette sbagliate di 22 anni fa.