DI BARBARA LEZZI
Lo scorso ottobre, la Guardia di Finanza ha presentato un dossier secondo cui tra il 2017 e il 2021 ci sono stati reati che hanno avuto oggetto il denaro pubblico, quindi nostro, per ben 34 miliardi.
Per oltre 19 miliardi, di questi 34, la responsabilità è da attribuire alla pubblica amministrazione. Ci sono contestazioni ad oltre 27.000 di dipendenti.
Una rete di funzionari pubblici è compiacente con tangenti, appalti manipolati e spese gonfiate.
Stiamo parlando di tanti miliardi sottratti ai cittadini che si ritrovano tagli alla sanità e all’istruzione, tasse troppo alte e stipendi troppo bassi.
Nel frattempo, mentre siamo rapiti dalla discussione sul POS e polemiche varie, il ministro della giustizia Nordio, annuncia una stretta sulle intercettazioni che, ed è innegabile, sono un utile strumento di indagine proprio per i reati di corruzione. E ancora la revisione dell’abuso d’ufficio che, ricordo, è stato già abbondantemente ammorbidito nel 2020, la cancellazione della Severino per spalancare le porte delle Istituzioni anche ai condannati contro la P.A. e la ciliegina sulla torta è l’impunità per chi collabora che è una norma già esistente. Il tutto come se non bastasse la legge Cartabia a favorire i cd colletti bianchi.
La corruzione è una questione morale ma è anche una questione di soldi. Soldi nostri.