ANCHE TCHAIKOVSKI NELLA CANCEL CULTURE SECONDO KIEV

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Questa è la faccia di Olexandr Tkachenko, l’attuale ministro della Cultura ucraino. Quello che suona come un ossimoro è in realtà una carica istituzionale. Ha esortato i Paesi alleati ad edittare la cancellazione di ogni opera di Tchaikovski, quello che da bambino mi fece rabbrividire ascoltando per la prima volta il suo concerto n. 1 per pianoforte e orchestra.

Il Guardian ha incredibilmente ospitato un suo scritto, chiamiamolo così, in cui fa l’apologia della soppressione della libertà di apprendimento, ancora più pregnante della libertà di espressione. Tchaikovsky è russo, quindi non va rappresentato. Intere generazioni devono crescere senza avere la più pallida idea di chi sia stato costui.

Quel ministro non ha problemi a chiamarlo boicottaggio culturale. Ma tiene a specificare che non si tratta di una cancellazione del compositore russo, bensì di una «sospensione delle sue opere fino a quando la Russia non cesserà la sua sanguinosa invasione». Che appunto significa cancellarlo.

Insomma, il Russo non deve essere odiato, ma sconosciuto. Il più grande desiderio di Zelensky e compagnia bella è godersi lo spettacolo dell’espressione stranita di un qualsiasi ragazzino occidentale (quello ucraino è già sistemato così) alla domanda chi erano Tchaikovski, Dostoevskij, Chekov, Kandiskij.

Alcuni si chiederanno: perché i Russi non fanno la stessa cosa? Negativo, per mancanza di risorse umane, quindi di possibilità di contromisure. Per quanto mi sforzi, non riesco a ricordare nemmeno un piccolo anfratto della mia vita lambito da nominate personalità ucraine, a parte i seguenti tre casi.

E allora lode a Sergej Bubka, il primo uomo a superare i sei metri con l’asta. E ad Andrij Sevchenko, pallone d’oro nel 2004, sventurato soltanto nel fare rima con quello sciagurato ministro ucraino, e che quando Dio lo vorrà avrà più di una possibilità di sedersi al fianco di Maradona. Nessuna lode, invece, a Sergej Chikatilo, ucraino anche lui, il più prolifico serial killer dell’Eurasia.