San Ferdinando di Puglia, dista appena 15 chilometri da Cerignola, la terra di Giuseppe Di Vittorio, il padre del sindacalismo italiano. Qui è nato il bracciante, semianalfabeta che guiderà fino alla sua morte nel ‘57, la “Confederazione Generale Italiana dei Lavoratori”.
Il “Basso Tavoliere di Puglia”, è terra di lotte del bracciantato. “Tra il 1907 e il 1909 la “lega bracciantile” di Cerignola riuscì ad imporre l’orario di nove ore, a cui seguirà la rivendicazione della mezz’ora pagata per il ritorno dal fondo a casa, la tariffa fissa giornaliera”. [Treccani]
Lunedi, 9 febbraio, a San Ferdinando, comunisti e socialisti sono mobilitati in forze per lanciare il “Fronte democratico popolare”. Un mese prima, il primo gennaio è entrata in vigore la Costituzione. In aprile, il 18, sono in calendario le prime elezioni libere.
Il paese è spaccato in due come una mela. Da una parte la “Democrazia Cristiana” e i partiti che sostengono il quarto governo a guida De Gasperi, socialdemocratici e repubblicani; dall’altra, i comunisti e i socialisti insieme sotto lo stesso tetto del “Fronte Democratico Popolare per la pace, la libertà e il lavoro”, nato a Roma nel dicembre del 1947.
Si temono incidenti. A San Ferdinando spadroneggiano gruppi di destra, radunati attorno alla sezione “dell´Uomo Qualunque”, foraggiati dal fascismo agrario del posto. Tra loro ex fascisti, qualunquisti e monarchici che entrano subito in azione. In vari punti della città si registrano pestaggi e devastazioni. Attaccate le sezioni del “Pci”, dei socialisti, dell´”Anpi” e della “Camera del Lavoro”.
Comunisti e socialisti si radunano in piazza “Matteotti” dove è previsto un comizio. Qui i fascisti sparano sulla folla per uccidere. La polizia sta a guardare. A fine giornata si contano quattro lavoratori morti: Giuseppe De Michele, Nicola Frantone, Vincenzo De Niso, Giuseppe Di Troia. Viene poi trovato senza vita nella sede
dell´associazione partigiani, Raffaele Riontino, di 7 anni.
“Lo squadrista assassino che aveva avuto il coraggio di infierire su un bambino di 7 anni, aveva gridato “Por i rpudd ma luè da nend!”…anche i piccoli dobbiamo eliminare…“. (Socialismoitaliano1892.it)
Il giorno dopo, la stampa padronale italiana fa in pieno il suo lavoro sporco, avvalorando la tesi dei provocatori comunisti. I lavoratori e i sindacati non piegano la testa. L’11 febbraio è sciopero generale.
Ci vorranno sette anni per giungere ad un verdetto in un Tribunale. 28 gli imputati accusati a vario titolo di lesioni, omicidio e concorso in omicidio. Le pene maggiori per 7 di essi, con condanne da 17 ai 26 anni di reclusione.