DI VIRGINIA MURRU
Continua il rallentamento nella crescita dell’economia globale, secondo l’ultimo rapporto dell’Ocse relativo all’anno in corso, è un trend negativo che non evidenzia segnali di ripresa, soprattutto per le economie più evolute. Lo shock energetico, causato dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina, con tutte le conseguenze devastanti che ha causato, anche nel versante economico, non poteva avere esito diverso a distanza di quasi un anno dall’inizio del conflitto.
Secondo l’Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione Economica (Ocse), con sede a Parigi, i dati seguiti alle ultime rilevazioni “si possono attribuire all’elevata inflazione e ad un aumento dei tassi d’interesse”.
Lo Stato che non ha risentito in maniera significativa di queste variabili è il Giappone, che presenta invece dinamiche di crescita stabile.
Il superindice Ocse è stato ideato per anticipare di 6-9 mesi le tendenze future dell’economia, e attraverso le ultime rilevazioni si è constatato che il rallentamento della crescita delle più importanti economie mondiali prosegue, Italia inclusa.
Del resto gli scenari geopolitici che fanno riferimento al conflitto in atto in Ucraina, sono tutt’altro che migliorati, la pace sembra un miraggio lontano, e non s’intravede una soluzione nel breve periodo. Fin dalla scorsa primavera, alla guerra insensata che sta devastando una Nazione, si sono aggiunti gli effetti nefasti di un conflitto economico tra la Russia e l’Occidente. Quest’ultimo sta pagando un altissimo tributo alla sua dipendenza energetica dalla Russia, la quale l’ha sfruttata impietosamente, quale arma di ricatto per imporre le sue condizioni.
Tutto l’Ovest ha subito seri contraccolpi di carattere economico, secondo gli Indicatori Economici Avanzati (Ica) dell’Ocse, che continuano a segnalare una contrazione della crescita, negli Usa e Ue, Gran Bretagna e Canada. In Eurozona le principali economie sono state fortemente danneggiate dalle ritorsioni del Cremlino, Germania, Francia e Italia in modo rilevante, dove l’aumento dell’inflazione è stato il segnale lampeggiante di questo malessere economico.
I forti interventi delle Banche Centrali non hanno finora raggiunto l’obiettivo di tenere sotto controllo l’inflazione.
Secondo il rapporto Ocse, nelle economie emergenti si rilevano segni contrastanti, resta stabile la crescita in Cina, almeno per quel che concerne il settore industriale, mentre non è così per il Brasile e l’India, i cui indici, per questi Paesi, anticipano una flessione dovuta sia agli indicatori monetari che agli ordini del settore manifatturiero.