IMPERMANENZA

DI CLAUDIO KHALED SER

CLAUDIO KHALED SER

 

Rudolf Clausius :
“L’energia non si crea né si distrugge, ma si trasforma, passando da una forma a un’altra”.
Questa é la Legge della Termodinamica.
Siddharta :
“Nella vita, nulla resta per sempre, tutto si trasforma”.
Questa é la Legge dell’Impermanenza.
Dunque, sia per Buddha che per Clausius, nulla resta immobile, ma ogni cosa é destinata a cambiare, a trasformarsi a diventare qualcosa di diverso.
E il punto é questo : Quanto siamo capaci di accettare questa naturale trasformazione?
Se parliamo di energia meccanica, di Leggi della termodinamica, ci mettiamo un secondo, ma se parliamo di sentimenti, non ci basta una vita.
Tutto quello che diamo per scontato, per naturale, parlando della Ragione scientifica, diventa insormontabile nella Ragione del cuore.
Eppure accade che l’amicizia si trasformi in affetto, la rabbia in odio e l’amore in apatia.
Se é vero che la vita è cosparsa di sofferenza dovuta all’impermanenza, all’impossibilità di creare o avere qualcosa che rimanga per sempre, Noi abbiamo imparato a superare questa sofferenza che avvolge le nostre vite?
La condizione di impermanenza dovrebbe diventare un punto di partenza, una possibilità per ogni essere umano.
Volgere in maniera positiva quello che a prima vista sembra qualcosa di estremamente negativo.
In pratica, siamo veramente capaci di accettare quello che diventa al posto di quello che abbiamo?
No, non lo siamo.
Ma lo accettiamo perché non possiamo farci nulla.
Salomone propose di concentrarsi sul presente: “senza vivere di sogni e di speranze. Cercare piuttosto di compiere con molto impegno quel che si riesce a fare quaggiù nel momento, di volta in volta, opportuno, dato che nella vita dell’uomo, per ogni cosa c’è il suo momento”:
Sono parole che dovremmo imparare a condividere e non sono dissimili ad alcuni pensieri di Buddha e di Clausius sull’argomento.
L’unica via d’uscita, dunque, sembra essere quella di pensare solo al presente ed imparare a godere di ogni istante che ci è donato.
Fare le cose, anche le più semplici o banali, pensando che quel momento è unico ed essere consapevoli di ogni singola azione.
Questa consapevolezza, questa unione ci farà percepire ogni evento nella sua pienezza e nella sua bellezza.
Dovremmo essere consapevoli che se tutto è impermanente allora tutto è in continua trasformazione.
Si muore dentro per la perdita, per la trasformazione subita, ma poi si rinasce e non solo una volta, perché il nostro destino sta in questa trasformazione e se vogliamo, nell’accetarla.
Questo concetto forse è quello più difficile da comprendere per noi, siamo culturalmente lontani dalle dottrine religiose orientali, che invece hanno un’idea del cambiamento, ben diversa dalla nostra.
Gli orientali riescono a trovare consolazione nell’idea che colui/colei che ci ha lasciato diventi qualcos’altro.
Per me é difficile, molto difficile.
Ma vorrei tanto che lo fosse.
Mi piacerebbe guardare quello che mi circonda e dire “Lei é qui” dentro questa cosa che vola, questo fiore o questa nuvola che passa.
Non ne sono capace.
E così per tutte le cose, guardo il mondo intorno sapendo che nulla resterà com’é, che anche il dolore si trasforma, che ogni guerra, così com’é incominciata é destinata a finire prima o poi.
Ma tutto sta in quel prima ed in quel poi.
Permettetemi oggi un abbraccio.
A Voi, voi che siete parte della mia vita, amici virtuali che, nel tempo, siete diventati realtà, appuntamento di parole, di opinioni, e certamente di sentimento.
Vi abbraccio consapevole che ci siete e che da quel giorno che ho incominciato a scrivervi qualche parola su questa pagina, molto é cambiato perché oggi, noi ci apparteniamo.
Ed é bello saperlo.
Buona giornata.