DA REDAZIONE
La commissione parlamentare di indagine sull’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021 compiuto dai sostenitori dell’allora presidente Trump per cercare di fermare la certificazione dell’elezione vinta da Joe Biden, ha raccomandato al dipartimento di Giustizia di indagare Trump per quattro reati: cospirazioni e incitamento o assistenza all’insurrezione. L’ultima accusa è la più grave.
Non era mai successo che una commissione parlamentare raccomandasse di incriminare un ex presidente.
18 mesi di indagini ma il finale sarà politico
Ultima udienza pubblica dopo 18 mesi di indagini, più di mille testimoni e più di un milione di documenti, prima di essere sciolta, quando i repubblicani assumeranno la maggioranza nel Congresso, col nuovo anno. La Commissione ha votato una raccomandazione al ministero della Giustizia affinché l’ex presidente sia accusato di 4 crimini: incitamento all’insurrezione, ostruzione di un procedimento ufficiale del Congresso, cospirazione per frodare gli Stati Uniti e cospirazione per rendere falsa dichiarazione.
La mossa della commissione non ha valore legale in sé, ma è la prima volta nella storia degli Stati uniti che il Congresso fa un passo simile per un ex presidente, e rappresenta una forte pressione politica sul Dipartimento di Giustizia.
La trama di Trump
L’ultima udienza ha rimesso insieme tutti i momenti più forti delle deposizioni raccolte in 18 mesi. Dalla fedelissima ex consigliera di Trump Kellyanne Conway che ha detto al comitato che Trump simpatizzava con gli aggressori. Al deputato repubblicano Adam Kinzinger che ha affermato che il piano di Trump per il dipartimento di Giustizia era di convincerli a «indagare e perseguire presunte frodi elettorali e aiutarlo a convincere il pubblico che le elezioni erano state rubate. Dire una piccola bugia per mettere la facciata della legittimità».
La giustizia e la politica
La commissione che ha indagato è stata istituita quasi esclusivamente con i voti dei Democratici. I due Repubblicani che ne fanno parte sono stati emarginati dai loro colleghi per questo. Sono Liz Cheney, deputata del Wyoming, figlia dell’ex vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney, che per la sua decisione ha lasciato tutti gli incarichi di responsabilità che deteneva nel partito, e Adam Kinzinger dell’Illinois, che non si è presentato alle elezioni di novembre.
I fatti più vergognosi
Durante l’udienza Cheney, che era la vicepresidente della commissione, ha detto che tra i fatti «più vergognosi» che la commissione ha accertato, che durante l’assalto al Congresso, Trump rimase seduto nella sala da pranzo vicina allo Studio Ovale nella Casa Bianca guardando gli scontri in televisione, senza diffondere alcun messaggio che invitasse i suoi sostenitori a desistere dall’assalto. E questo nonostante gli inviti dei suoi collaboratori e dei membri della sua famiglia. Per questo secondo Cheney, «Trump non è adatto a ricoprire nessun incarico pubblico».
Incitamento alla violenza
Le prove sulla campagna di pressione, diffamazione e incitamento alla violenza contro il vicepresidente Mike Pence, reo di essersi rifiutato di venire meno al suo dovere di certificare il voto, e tutta una vastissima successione di prove e testimonianze su come l’assalto al Campidoglio non sia mai stato una manifestazione spontanea, ma un tentativo pianificato di alimentare la sfiducia nel processo elettorale, iniziato molto prima dell’insurrezione. Ora, sul dipartimento di Giustizia l’onere del giudizio penale su quanto accaduto nel 2021, ma anche la responsabilità su ciò che potrebbe accadere nuovamente se Trump potrà continuare a fare parte della vita politica americana, conclude la Commissione parlamentare.
I dettagli solo mercoledì, quando la commissione pubblicherà il rapporto, mentre, sempre mercoledì, il tribunale di Manhattan, in un processo separato, deciderà se rilasciare o meno le dichiarazioni dei redditi che Trump si e sempre rifiutato di rendere pubbliche.
Trump vittima, ma sempre truculenta
Trump non ha perso tempo per scagliarsi contro la commissione e chiamare a raccolta i suoi, e , su Truth Social ha scritto: «I repubblicani e i patrioti di tutto il Paese devono rimanere uniti e forti contro i criminali e le canaglie della commissione “non selezionata” (gioco di parole fra select committee/unselect committe, sottolinea Marina Catucci sul Manifesto). Sarà un periodo buio per la storia americana, ma dopo il buio viene la luce».
Ha inoltre definito i componenti della commissione dei «criminali che hanno spiato la mia campagna elettorale». «Mercenari della politica che hanno inventato la menzogna del Russiagate, per non nominarne altri». «Sono dei vigliacchi codardi che odiano il nostro Paese». Lo stile trumpiano che si conferma e promette per il futuro.
Articolo dalla redazione di
20 Dicembre 2022