DI GIANCARLO SELMI
La manovra di bilancio targata Meloni continua ad essere un cantiere aperto.
Pare sia stato ritirato l’allucinante emendamento che prevedeva il condono penale tombale, per gli evasori totali. Ma le sorprese continuano a giungere.
Saranno contentissimi, per esempio, quelli che hanno votato Lotito, il ruspante presidente della Lazio. Molti di loro perderanno il reddito di cittadinanza a luglio, ma chi se ne frega, la Lazio e le altre società di Serie A (solo loro, peraltro) sono salve. Debiti fiscali spalmati su un periodo di 5 anni. Lo stato perderà l’incasso immediato di una maxi cartella esattoriale di mezzo miliardo (la Lazio aveva, a quanto pare, il debito maggiore), ma il danno erariale complessivo, viene calcolato in circa un miliardo di euro.
Un miliardo di euro che viene sottratto a pensioni, alle rivalutazioni delle stesse, agli “occupabili” ed ai poveri, per essere trasferito ai ricchissimi protagonisti del “passatempo nazionale”. Che lo utilizzeranno per arricchire qualche presidente con “strani” acquisti, al triplo del valore, di giocatori “scarsi” che non giocheranno mai. Confidando sulla inesistente memoria dei tifosi. O per rendere ancora più faraonici di quanto già lo siano, gli stipendi dei calciatori.
Mentre sei milioni di italiani sono al limite, o forse sotto, l’indigenza, Lotito vince la sua battaglia in pieno conflitto di interessi.
Per lui verrà tre volte Natale. Ha casse di champagne da stappare. Per moltissima povera gente, il Natale non verrà proprio e non esisterà più il sonno. Turbato da prospettive terrificanti e dal passare del tempo che li farà giungere al prossimo primo di agosto. Data in cui non avranno nulla da mangiare.
Insomma: un mese in meno di reddito di cittadinanza per 600.000 percettori e le loro famiglie. 200 milioni risparmiati e dati a Lotito ed al calcio.
Se non fosse terrificante questo, ditemi cosa potrebbe esserlo.