GIANNI CUPERLO SI CANDIDA “PER LA SOPRAVVIVENZA DEL PD”. IN CHE SENSO?

DA REDAZIONE

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Gianni Cuperlo si candida alla segreteria del Pd: “Ci sarò con umiltà, nella chiarezza delle idee, fuori dai trasformismi che hanno impoverito l’anima della sinistra”. 

Gianni Cuperlo si candida “per la sopravvivenza del PD”

“In che senso?”

Non è chiaro cosa intenda Gianni Cuperlo quando dice che si candida “perché è in ballo la sopravvivenza del partito”. Il PD è un partito nato male e l’eredità che lascia in carico alla prossima segreteria è disastroso.

Che storia ha il Partito Democratico? La sua sigla cosa evoca? È forse il partito della Resistenza? Il partito che ha contribuito alla stesura della Costituzione? Il partito delle grandi riforme sociali? Dell’avanzamento delle classi popolari verso il progresso democratico? Verso l’uguaglianza? È il partito della scuola, della sanità? È il partito della pace? Il partito che ha guardato al Mezzogiorno e che ha cercato la ricomposizione tra nord e sud?

Quello che dovrebbero tentare di salvare Gianni Cuperlo e con lui coloro che fanno parte della stessa area culturale è la tradizione politica da cui proviene, quella del movimento operaio, delle lotte per il miglioramento degli ultimi nel quadro democratico della costituzione.

Il PD, e lo dimostra la sua storia, è totalmente incompatibile con questa prospettiva politica. È lontano anni luce da tutto questo.

La sua ostinazione somiglia a quella che si vede in certe famiglie tristi e senza futuro, i cui componenti si costringono a stare insieme per paura del vuoto e per l’abbandono dei propri antichi ideali, nonostante tradimenti e manifesta incompatibilità.

La scelta di Cuperlo cerca di porre rimedio salvando ciò che è causa del male. La famiglia del Dem è fallita ed è in contraddizione con tutto quello a cui Cuperlo ha creduto in gioventù.

La sinistra che vuole rinascere dalle ceneri della tradizione socialcomunista deve costruire una nuova famiglia. Cuperlo cerchi altre anime affini, altri compagni con cui dare vita a un progetto che abbia senso nella storia attuale, dentro i grandi conflitti sociali.

Articolo di Paolo Desogus, dalla redazione di 

26 Dicembre 2022

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Paolo Desogus

Paolo Desogus è Maître de conférences presso la Sorbona di Parigi. Nel 2015 la sua tesi di dottorato in italianistica e semiotica ha ottenuto il Premio Pier Paolo Pasolini conferito dalla Cineteca di Bologna. Oltre a diversi articoli su riviste specialistiche, ha pubblicato La confusion des langues. Autour du style indirect libre dans l’œuvrede Pier Paolo Pasolini (Éditions Mimésis, 2018) e Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema (Quodlibet, 2018).