CIAO PERLA NERA

DI ADOLFO MOLLICHELLI

 

 

(Stralcio da La mia favola del calcio, prossimo alla pubblicazione).
C’era una volta la perla nera, un ghepardo che calzò scarpette di cuoio che una volta avevano tacchetti di ferro sotto la suola. O rei, il protagonista assoluto di quel mio primo mondiale in tv. Destro, sinistro, colpo di testa in elevazione, velocità, dribblings secchi di poesia, movenze di eleganza felina, goleador implacabile.
C’era una volta il trepidare dell’attesa. Come per quella finale mondiale in bianco e nero, il bianco che è la luce, il nero che è la somma di tutti i colori. E aveva tutti i colori della scala cromatica un nero smilzo, un pulcino, come Calimero, tra un nugolo di biondi che apparivano bianchi.
Tu la vedi? E certo. E dove? Mio padre ha da poco comprato un bel televisore. E tu? C’è un raduno a casa di un mio zio che possiede un televisore ventiquattro pollici, uno spettacolo. Era in fondo al salone che poteva contenere decine e decine di persone. Ci fu chi si portò dietro sedie e sgabelli. Era lì, nella casa grande al quinto piano della via del Duomo, la strada della mia infanzia.
C’era l’appuntamento con la storia quel 29 giugno del 1958. Perché si sapeva che il Brasile fosse terra di samba, belle donne e calciatori danzanti e ci si chiedeva come mai non avesse vinto un mondiale pur avendone disputato uno in casa.
Per chi eravamo schierati? Per il Brasile, naturalmente.
Quelle sedie strette strette, rigorosamente in fila, scricchiolarono più volte, ci si meravigliava nel vedere quel negretto segaligno di diciassette anni prendersi gioco degli avversari.
Signori: Edson Arantes do Nascimiento, avevamo visto e conosciuto Pelé, O rei.
Conservo vivi nella mente i due gol che mise a segno, il primo: stop di petto, palleggio di coscia, giravolta e destro nell’angolino; il secondo colpo di testa in elevazione.
Brazil campeòn, era nata una stella, la perla nera.
Indossò due maglie come una seconda pelle; quella verdeoro della Nazionale e quella bianca del Santos. Unico ad aver vinto tre campionati del mondo. Milleduecentoottantuno gol in carriera.
Il più forte e completo jugador di tutti i tempi. Fino al giorno in cui dal cielo cadde sulla terra la stella di Diego Armando Maradona.
Ciao, leggenda del calcio.