DI GIANCARLO SELMI
Ieri sera, da Floris, un gigantesco Gratteri ha tracciato la nuova filosofia e l’evoluzione del tangentismo. Ha affermato infatti, che la corruzione si muove in maniera diversa rispetto al passato e che, dalle mazzette e le dazioni di denaro, che pure continuano ad esistere, si sia passati alle super consulenze ed alle assunzioni di “amici”.
La vicenda che ha visto approdare sul banco degli imputati la signora Alessandra Infante come prima protagonista, insieme ad altri quattro dirigenti ed un dirigente già condannato con rito abbreviato, ci fa capire quanto Gratteri abbia ragione.
Una persona, la Infante, prelevata (termine più che consono) da una società nell’ambito della provincia e catapultata in un ruolo da dirigente dell’INPS calabrese, senza i titoli e gli esami previsti per il ruolo, senza le competenze necessarie per svolgerlo, senza concorso, con uno stipendio da oltre 10.000 euro al mese.
Risultato? Oltre due milioni di danno erariale, un’accusa di mobbing a danno di una funzionaria, messa a fare nulla dalla Infante solo perché più competente con un ulteriore danno erariale aggiunto.
Dalla denuncia della funzionaria, la signora Maria Teresa Arcuri, ha preso avvio la vicenda, rilanciata poi, nel 2017, da un articolo del Fatto Quotidiano.
Ci sono voluti cinque anni per ottenere la prima richiesta di condanna a 1 anno e quattro mesi di reclusione, con rito abbreviato per Sandro Bernardini. Mentre chi ha scelto il rito ordinario, quindi Alessandra Infante (la dirigente senza titolo), Giovanni Capocasale, Michele Scappatura, Ida Sisca e Franca Rosaria Pagliuca, dovrà rispondere di truffa, falso ideologico e abuso d’ufficio.
Il danno erariale prima, poi, la beffa: l’INPS ha licenziato la Infante.
Quante assunzioni vengono fatte (non solo in Calabria e, ovviamente, non solo dall’INPS) con le stesse caratteristiche e non denunciate?
Quante Amministrazioni locali sono coinvolte nel “metodo”?
Altro che Reddito di Cittadinanza…
Ringrazio Nicola Morra per la segnalazione.