DI CLAUDIO KHALED SER
La diplomazia é l’arte della mediazione, si cerca con le parole di modificare i fatti.
Non sempre ovviamente ci si riesce, ma é fondamentale provarci.
Il Presidente Mattarella ha ricevuto il nuovo Ambasciatore iraniano.
Molti, io per primo, gli avrei dato un calcio nel culo.
Ma sarebbe stata una mossa stupida e priva di senso.
Bene ha fatto nel ribadirgli che il nostro Paese é indignato dalla feroce repressione in atto e che la condanna da parte dell’Italia é ferma e totale.
Non servirà a molto, ma é il massimo che oggi possiamo fare.
Non c’é alternativa al dialogo.
Le porte sbattute in faccia non sono ammesse, a meno che non si voglia sempre e comunque creare crisi dagli esiti incerti.
Parlare, esprimere la propria opinione, é non solo un Diritto fondamentale, ma l’unica via percorribile per ottenere un risultato.
Parlerei perfino con Piantedosi.
Non servirebbe a niente ma ci proverei.
Gli direi che mandare ad Ancona una nave con 73 Persone a bordo é una decisione di ripicca come fanno i bambini all’asilo Mariuccia.
Di porti sicuri ce ne sono una decina qualche migliaia di km prima.
La prossima nave dove la spedisce ?
A Palazzolo sull’Oglio ?
Nel frattempo, dalla Tunisia continuano a prendere barchini.
Ieri ne sono arrivati a Lampedusa, 150 da Sfax su tre imbarcazioni.
Il doppio di quelli dirottati ad Ancona.
Stanotte ne sono partite altre due, cariche di speranzosi giovanotti tunisini.
Arriveranno in giornata.
Ma Tajani ha telefonato al Ministro degli Esteri tunisino per ribadirgli che é ora di smetterla con queste fughe dal Magreb.
Anche in questo caso le parole non servono ad una beata minchia, ma vale la pena di provarci.
Forse bisognerebbe aggiungere qualche velata minaccia.
Tipo “non vi diamo più soldi” se quelli che continuamente richiedete non li usate per fare TUTTE quelle fondamentali “spese interne” che potrebbero migliorare le condizioni di vita dei sopracitati giovanotti e convincerli a non lasciare la loro terra.
Dare soldini per riempire i serbatoi delle pseudo motovedette tunisine, in modo da contrastare le fughe, NON SERVE a niente.
Soprattutto perché delle 10 regalate dall’Italia, 7 sono in cantiere per riparazioni.
Usare le parole per spiegare i fatti.
Usarle per ribadire che NO, così non si può continuare.
Svuotare la Tunisia o la Libia o qualsiasi altro Paese, é una politica demenziale.
Gli abitanti del Continente Africano sono circa 1.500.000.000.
Il 90% verrebbe volentieri a Milano in Corso Buenos Aires.
Avremmo problemi sul marciapiede.
Li puoi convincere a restare solo se offri loro condizioni di vita degna d’essere vissuta.
I Campi di concentramento, i lager, le carceri, i Memorandum Minniti non sono esattamente quelli richiesti.
Ho imparato (a mie spese) che se un amico mi chiede dei soldi per realizzare un qualsiasi progetto, non glieli do, ma offro il mio aiuto per realizzarlo.
I mattoni per la casa li compro io, di denaro non ne vedi l’ombra.
Se la Tunisia (e tutti gli altri) chiedono soldi per fantasmagorici progetti, l’unica risposta é “ti mando io il materiale necessario perché so benissimo che tu non lo farai mai” e i miei soldi finirebbero nel cesso o nelle tue tasche che é la stessa cosa.
Tipo i 10 Centri di raccolta migranti da NOI finanziati e mai realizzati.
Tipo tutte le infrastrutture progettate e rimaste sulla carta.
Tipo le agevolazioni per i giovani di aprire piccole imprese artigianali e mai concesse.
Scemo si, ma stupido no.
A questo serve la diplomazia.
A chiarire le idee, a mettere punti fermi, a gestire i fatti.
Se poi non capisci, ci riprovo, ma ti avverto che la pazienza é come la velocità in autostrada : ha un limite.
E tu lo stai superando.
