MARTINA SCIALDONE, SUVVIA, NON CI SI CHIUDE IN BAGNO

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Se il ristorante Brado di via Amelia 42, quartiere Tuscolano, Roma, dovesse veder decimata la propria clientela, ogni lagnanza del proprietario sarebbe semplicemente ridicola.

Davanti a quel ristorante è morta Martina Scialdone, una avvocatessa 35enne che aveva deciso di lasciare, dopo due anni passati come non si sa, il proprio compagno 60enne, che però aveva pensato bene di recarsi all’appuntamento chiarificatore armato di pistola. Se torna con me, felici e contenti, altrimenti l’ammazzo, avrà giustamente pensato quello scocomerato che di nome fa Costantino Bonaiuti. Un classico.

Quel ristorante si è rivelato per Martina una trappola mortale. Ma non perché ci è rimasta chiusa dentro. Si era chiusa in bagno lei volutamente, dopo che la cena con il suo ex era spettacolarmente degenerata in urla e insulti. Ma se una donna, razionale e con una indubbia capacità di autocontrollo come Martina Scialdone, vedendo degenerare una discussione con un individuo che conosce bene, decide addirittura di rifugiarsi in un bagno pubblico chiudendosi a chiave, un motivo ce l’avrà avuto.

Martina è morta perché il gestore del ristorante, temendo che quell’insolito trambusto potesse turbare la propria clientela, dopo aver intimato Martina ad uscire dal bagno, con quel pazzo scatenato dell’ex che ancora sbraitava con una pistola in tasca, ha pensato bene di usare la chiave di servizio per aprire la porta. Questo non è un bagno privato, le avrà detto. Fuck you and see you.

Ma a volte nemmeno la morte è una cosa privata, specie se avviene per colpa di un cretino infastidito dalla paura di una donna di essere massacrata di botte. Ripensandoci, quello si sarà dato mille volte del cretino, perché in cuor suo si è rifiutato di proteggere Martina da un probabile pestaggio, e nel contempo l’ha consegnata sul proverbiale piatto d’argento al suo assassino, che dopo aver ringraziato il gestore per il favore ricevuto, l’ha freddata a colpi di pistola davanti all’ingresso del ristorante, mentre la sua nuova compagna, ora inevitabilmente ex, lo aspettava a casa.

Una bella recensione se la meriterebbe il ristorante Brado, nomen omen, sito in via Amelia 42, Tuscolano, Roma, la cui pubblicità in rete inizia con la locuzione «ristorante accogliente» (sic!).