DI ANTONELLO TOMANELLI
L’avvocato Carlo Rienzi presiede il Codacons da quando l’ha fondato, ossia dal 1986. Le sue denunce, nell’interesse delle più svariate categorie di consumatori, hanno colpito praticamente tutto e tutti.
Dai vaccini alle trasmissioni giornalistiche che tessono le lodi delle case farmaceutiche, dall’attore Luca Marinelli, attaccato per aver dedicato ai migranti il premio ricevuto alla Mostra del Cinema di Venezia, all’ex calciatore Francesco Totti, accusato di fare pubblicità al gioco d’azzardo.
Non ha risparmiato nemmeno il Grande Fratello Vip, gli smartphone, il G5, le auto a guida autonoma, Cristiano Ronaldo che guadagna troppo, le scie chimiche, fino ad attaccare Corto Maltese e Chiara Ferragni.
Alcune iniziative sono lodevoli, altre un po’ meno. Ma nessuna fanfara alla notizia dell’invito di Volodymyr Zelensky all’imminente Festival di Sanremo.
Eppure ce ne sarebbe da dire, egregio collega Carlo Rienzi. Basta leggere cosa prevede il Regolamento del Festival sugli ospiti: «RAI e il Direttore Artistico si riservano la facoltà di invitare a Sanremo 2023, in qualità di ospiti del programma, artisti di musica italiana e internazionale, nonché personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e della società civile, individuati a loro insindacabile giudizio».
Ora, a quale categoria, tra quelle riportate, sarebbe riconducibile uno come Zelensky? Direi che non è un musicista. Personaggio della cultura, suonerebbe come una battuta. Rappresentante della società civile, improponibile. Rimarrebbe la categoria dello spettacolo.
Certo, Zelensky potrebbe esibirsi nella performance che ha contribuito a renderlo famoso: suonare il pianoforte senza mani. O fare qualche penoso sketch sui crimeani, come faceva prima di diventare presidente. Ma il pubblico difficilmente gradirebbe.
Ma allora di cosa parlerà Zelensky a Sanremo? Ma di Ucraina, naturalmente, certamente non in smoking. E le voci che danno a Bruno Vespa la pole position tra i papabili intervistatori, non preannuncia nulla di buono.
Cerchiamo di evitare due cose fondamentali: apparire ridicoli al cospetto di mezzo mondo, visto che sono quelle le frontiere mediatiche di Sanremo, e provocare la Russia, dove i concerti dei musicisti italiani registrano sempre il tutto esaurito.
Insomma, questa è materia del Codacons.