DI CLAUDIA SABA
«Avete visto come me l’hanno ridotta», ha detto Alessandra ai giornalisti mostrando la foto.
Ha scelto di entrare in tribunale indossando una maglietta bianca con le immagini del cadavere di Pamela
fatto a pezzi.
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Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro, è arrivata a Perugia per l’avvio del processo d’appello bis che vede imputato il nigeriano Innocent Oseghale.
Già condannato in via definitiva all’ergastolo, la Cassazione ha inviato gli atti a Perugia per quanto riguarda l’accusa di violenza sessuale, una contestazione che per la Procura generale «può dirsi certa».
Pamela Mastropietro era stata uccisa e fatta a pezzi a Macerata il 30 gennaio 2018.
Quanto coraggio questa mamma.
E quanta forza ha dovuto tirare fuori per riuscire a guardare le braccia, il volto, tanti pezzi del corpo di sua figlia disossati e scarnificati da un mostro seduto nella sua stessa aria.
Un dolore così è inimmaginabile.
Ed è giusto che tutti vedano dove può arrivare la crudeltà umana.
Perché parlare, scrivere, raccontare fatti così raccapriccianti non è paragonabile a ciò che si può provare davanti alle immagini di pezzi di carne stampati sopra una maglietta.
È l’immagine della crudeltà umana senza più freni.
Alessandra, questa madre a cui non è stato risparmiato nessun dolore, cerca giustizia per sua figlia.
Un assassino di tale specie non meriterebbe nemmeno un processo.
Un abbraccio Alessandra.
Foto in copertina da ROMATODAY