DI ALFREDO FACCHINI
<<Dicono sempre che non ho ceduto il posto perché ero stanca, ma non è vero. Non ero stanca fisicamente, non più che alla fine di una giornata di lavoro. No, l’unica cosa di cui ero stanca era subire>>.
.
.
Rosa Parks, nasce a Tuskegee il 4 febbraio 1913.
Rosa – simpatizzante dell’Associazione Universale per il Miglioramento dei Neri – sfidò le leggi segregazioniste degli Stati Uniti del Sud rifiutandosi di alzarsi sull’autobus per lasciare il posto a un bianco.
Montgomery, capitale dell’Alabama, 1° dicembre 1955.
Rosa sale sull’autobus “2857“ per tornare a casa dopo una giornata di lavoro presso il grande magazzino della “Montgomery Fair”.
Si siede nella fila centrale del mezzo.
Ma dopo poche fermate sale un passeggero bianco. E dato che non ci sono altri posti liberi, il conducente del mezzo chiede alla donna di alzarsi. Rosa risponde al conducente con un semplice ma alquanto eloquente: <<no>>.
Di fronte a questo rifiuto, l’autista chiama la polizia e Rosa Parks viene arrestata per “condotta impropria”.
Questa era la legge: i neri dovevano sedere dietro, i bianchi davanti, mentre i posti centrali erano misti, ma la precedenza doveva essere data sempre ai bianchi.
Dal quel gesto seguì il boicottaggio dei mezzi pubblici da parte della comunità afroamericana.
Dopo un anno di proteste, nel 1956 la legge fu abolita.
Alla Parks quel boicottaggio le costò il posto di lavoro, mentre Raymond, il compagno, preferì lasciare l’impiego nell’aeronautica a causa delle continue minacce di licenziamento. Il padrone di casa aumentò l’affitto ed i coniugi ricevettero continue minacce di morte.
<<Se mi guardo attorno e vedo cosa posso fare e lo faccio, io progredisco>>.
.
Qualche volta la Storia, la “Grande Storia”, passa anche attraverso i gesti di comuni cittadini.