IL “NOSTALGICO BUONO”

DI SALVATORE GRANATA

REDAZIONE

 

Oggi ho pensato al grande Presidente-partigiano Pertini e a Berlinguer.

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Lo faccio spesso in realtà, perché sono “vecchio” e romantico, nonostante sia ancora relativamente giovane.
Poi ho riflettuto su come minch*a sia stato possibile che, dopo il secondo conflitto mondiale, il boom economico, tangentopoli e Berlusconi (che ancora è presente nelle istituzioni), il PD (la DC sotto mentite spoglie dopo la scomparsa del Pci), che ha usurpato illegittimamente l’eredità della sinistra, abbia avuto gente del calibro di Calenda, Renzi, Letta, Marcucci, Serracchiani, Malpezzi, etc e come nel 2023 ci sia a capo dell’esecutivo una signora di seconda/terza generazione almirantiana.
Almirante (MSI), è uno che ha battezzato Fini, che ha sua volta ha battezzato La Russa, Gasparri e soci, che a loro volta hanno portato in auge la signora in foto a sinistra.
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Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone
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Firmatario nel 1938 dell’odioso Manifesto sulla razza, Almirante fu segretario di redazione della rivista “La difesa della Razza”.
Cioè Giorgino era uno che scriveva: “Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, altrimenti faremo il gioco dei meticci e degli ebrei”.
Oppure “non c’è che un altolà che si possa imporre ai meticci ed agli ebrei, quello del sangue”.
Non solo. Funzionario ministeriale nell’esperienza collaborazionista della Repubblica di Salò firmò provvedimenti che comminavano la pena di morte a chi non vi avesse a sua volta aderito.
“La parola ‘fascista’ ce l’ho scritta in fronte” e “l’aggettivo ‘democratico’ non mi convince” disse quando già guidava il Msi nel dopoguerra.
Questi sono i fatti. È Storia.
E non mi venite a parlare di differenze, di moderati, di linguaggio aulico: la matrice, seppur con differenze storiche e di contesto, sempre quella è.
Tutti i fratellini d’Italia che in tempi odierni baciano la pantofola di Almirante appena si parla di patria o di commemorazioni, a parte Ignazio Badoglio, non lo nominano soltanto per una questione ideologica, ma soprattutto perché Mr. Giorgio li ha lanciati in lunghissime carriere politiche.
Gli devono tutto.
E oggi, i suoi epigoni dominano (anzi, ri-dominano visto il governo del 2011), come ai tempi dominavano altri (compreso Giorgio o Pino Rauti), con il mantra “prima gli italiani”. Mentre 70 anni fa era più uno slogan riferito alla razzismo, al colonialismo, all’imperialismo folle, oggi tale messaggio si è mitigato nella lotta selvaggia all’immigrazione, nel neoliberismo, nell’esaltazione dei ricchi e degli imprenditori sfruttatori.
Tutto questo, accade con la complicità dei giornali di destra (Il Giornale, La Verità, Il Tempo, etc) e piddini (Il Corriere della Sera, Il Messaggero, La Repubblica).
Manca L’Unità, celebre giornale fondato da ANTONIO GRAMSCI e poi fallito più volte con le ultime direzioni in mano a renziani come la via e De Gregorio.
Per non parlare delle tv: La7 in mano a Cairo (dove Giletti e la Merlino spettacolarizzano rispettivamente il fenomeno mafioso, invitando gente assurda e la politica stessa, speculando spesso sulla disperazione dei cittadini), Mediaset a Berlusconi (che fa quello che vuole) e la Rai al governo di turno.
Ecco. Mi sono chiesto come minch*a sia possibile che nessuno abbia posto un freno a questa deriva etica e sociale.
Pertini e Berlinguer non li ho vissuti per motivi anagrafici, ma li ho studiati tanto e mi sono sentito pienamente in linea con i loro discorsi e pensieri fin da subito, e capisco sempre di più che ho sbagliato completamente generazione. Non me ne faccio una colpa, perché purtroppo non ho scelto io di nascere in quest’epoca, però sono sempre più conscio che andremo a finire male.
E più che politicamente, parlo proprio umanamente, moralmente. Nei valori.
Costituzione, antifascismo, lavoro, diritti, solidarietà, non esistono più, sia per via dei nostalgici sia perché ci sono ancora persone, che nonostante tutto, non riescono a cogliere determinate affinità.
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Asteroide…ti attendo con ansia.