DI MARIO PIAZZA
A differenza di altre attività umane che evolvono con il passare del tempo rendendo la società migliore o se preferite meno schifosa lo sfruttamento, ovvero la capacità di alcuni di arricchirsi grazie al lavoro di altri, nel nostro paese sta procedendo da circa trent’anni nella direzione opposta in un percorso che se non verrà interrotto con le buone o con le cattive ci sta rispedendo dritti nel Medio Evo.
Intendiamoci, che una parte del lavoro o meglio del valore che un lavoratore dipendente produce non venga retribuita in denaro è il carburante che spinge chi possiede capitali e abilità sufficienti a creare un’impresa. Quella parte di ricchezza prodotta dai lavoratori per l’arricchimento dell’imprenditore prima del trionfo del liberismo veniva retribuita in tre forme non monetarie: la possibilità di fare carriera, la sicurezza dell’impiego e la qualità dell’ambiente di lavoro. Anche quello era sfruttamento ma poggiava sul naturale e legittimo bisogno di sicurezza dell’essere umano, per sè e per la sua famiglia, per l’oggi ma anche per il domani e per il dopodomani.
A partire dagli anni novanta le cose hanno cominciato a capovolgersi.
La porzione di lavoro non retribuito che finiva nelle tasche di imprenditori il cui unico scopo era quello di arricchirsi il più in fretta possibile ha cominciato ad espandersi ma quel che è peggio le compensazioni alternative che chiamavamo ascensore sociale, sicurezza e qualità del posto di lavoro sono state sostituite dal più insopportabile dei sentimenti che attraversano l’animo umano: la Paura.
E’ per paura che un ingegnere accetta paghe da fame, è per paura che i “rider” si fanno schiacciare dai camion, è per paura che un sessantenne si arrampica su un’impalcatura, è per paura che un operaio accetta di lavorare su macchinari a cui sono stati tolti i sistemi di sicurezza ed è ancora per paura che tante donne non denunciano le molestie dei loro capi e, io credo, è proprio per sottrarsi alla paura che tanti giovani si dichiarano battuti ancor prima che la loro vita lavorativa abbia inizio.
E’ questo il meccanismo che va spezzato, ed è questo che dovrebbe essere il compito di una sinistra appena decente.