“AND THE WINNER IS…”

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Dire che l’Italia è un paese di destra era una sciocchezza anche dopo le politiche dell’anno scorso quando soltanto 24 italiani su 100 testimoniarono con il voto la loro simpatia per i tre leader della coalizione fascioliberale nazionalfederalista, tanto più lo è dopo queste regionali dove si è scesi a meno di 20 su 100 e soltanto in due delle venti regioni italiane.
La destra vince per due ragioni precise, non perché siamo un paese di aspiranti balilla e squadristi.
La prima è sotto gli occhi di tutti ed è contenuta nei due ossimori che ho usato per descrivere la coalizione: fascioliberale e nazionalfederalista. E’ evidente che in una coalizione così spuria il denominatore comune è l’amore per il potere, non certo per le idee che vengono cambiate alla bisogna come i pannolini sporchi di un neonato.
La seconda ragione è che la disinvoltura ideologica di Giorgia, Silvio e Matteo, roba che altrove li farebbe spernacchiare dal loro stesso elettorato, passa in secondo piano davanti alla innegabile consistenza attoriale dei tre personaggi. Gli italiani non sono fascisti però si innamorano dei personaggi, anche di quelli negativi come Don Vito Corleone ne “Il padrino” o Gennaro Savastano in “Gomorra”.
Dalla parte opposta, diciamo con grande approssimazione a sinistra, non solo non c’è alcuna coalizione ma non ci sono più neppure i personaggi, soltanto sbiadite comparse come Letta e Fratoianni o peggio insulse macchiette ondivaghe come Renzi e Calenda.
Si diano pace quelli che come me ancora provano a difendere etica, idee ed ideali. Agli Italiani piace il cinema di cassetta, i cinepanettoni, lo splatter e persino il porno. Con Antonioni e Godard si addormentano e alla fine smettono proprio di andare al cinema.
Insomma per risvegliare l’Italia progressista non serve un segretario del PD che sappia tenere insieme le diverse anime, serve un maestro del “casting”.