DI ANTONELLO TOMANELLI
Questa è la faccia di Rishi Sunak, l’attuale primo ministro britannico, il peggiore che potesse capitarci in un periodo tesissimo come questo. Insediatosi a Downing Street al posto dell’effimera Liz Truss, ha in pochi mesi gradualmente esternato la propria becera natura di estremista induista che sogna Armageddon.
Prima di entrare in politica, il miliardario Sunak si era fatto le ossa in Goldman Sachs e nei fondi speculativi internazionali. Con una formazione e una carriera del genere alle spalle, la sua faccia non poteva certo essere quella di uno che vuole dialogare con Putin per evitare la Terza Guerra Mondiale.
La sua sintonia con gli elementi più estremisti rimasti nel governo Zelensky è sconcertante. Sunak è stato il primo capo di governo a mettere sulla tavola bellica imbandita per Kiev i missili a lunga gittata e i caccia militari, definendoli «un’opzione praticabile».
Oggi ha avuto l’ardire di dichiarare che la Nato deve modificare il suo Trattato per garantire l’Ucraina, senza tuttavia specificare in cosa dovrebbe consistere questo auspicato cambiamento. Ma non ci vuole molto per intuirlo.
Vuole cambiare l’art. 5, facendo sì che la rappresaglia militare non scatti soltanto quando viene aggredito uno Stato con la tessera Nato: sarà l’organizzazione a decidere discrezionalmente quando un’aggressione possa mettere in pericolo la Pace nel mondo, autorizzando la reazione collettiva dei membri.
E senza sapere, o probabilmente fregandosene altamente, che l’art. 53 della Carta ONU, disposizione certamente sovraordinata a qualsiasi norma pattizia del Trattato Nato, vuole ogni azione coercitiva intrapresa sulla base di Trattati a carattere regionale sempre autorizzata dal Consiglio di Sicurezza ONU.
Ha anche dichiarato che è necessario che l’Occidente aumenti la fornitura delle armi all’Ucraina, perché «in ballo non c’è soltanto il destino dell’Ucraina». Infatti, in ballo c’è il nostro destino. Perché sicuramente non sarà a Londra lui, il miliardario Sunak, quando la Russia deciderà di spedirci per posta prioritaria i suoi confetti ad alto impatto ambientale.