DI MARIO PIAZZA
Ad esclusione di pochi che per scelta o per sfortuna trascorrono la propria vita in solitudine la maggioranza delle persone sceglie con maggiore o minore accuratezza un partner, a volte anche più di uno, con cui condividere il proprio futuro.
E’ una scelta importante, di quelle che se la sbagli le conseguenze possono essere gravi, ma nessuno di noi ha mai preteso di trovare in quel partner l’esatta riproduzione di se stesso. Si vive benissimo insieme anche se la si pensa diversamente su cose importanti come ad esempio l’educazione dei figli o l’uso del denaro e su cose piccolissime come la ricetta della carbonara o il colore dell’automobile.
Diverso è quando le divergenze di opinione sono su temi etici, materie come il razzismo, la caccia o l’omofobia. In quel caso la frattura è inevitabile perché pensarla diversamente implica il disprezzo, e andare a dormire ogni notte con una persona che si disprezza è al di là delle umane capacità.
Premesso che nessuno di noi vuole sposare Elly Schlein ma soltanto affidarle la segreteria di un partito che in molti caso neppure ci sogniamo di votare, quel suo voto favorevole del mese scorso sull’invio di armi all’Ucraina rappresenta un tema etico o è invece semplice disciplina di partito che possiamo non condividere ma con un po’ di benevolenza tollerare?
Io penso che Elly abbia fatto malissimo a votare a favore, ma penso anche che nell’imminenza dell’elezione del segretario di un partito che sta cascando a pezzi e considerando che il suo voto non avrebbe minimamente inciso su questa follia approvata a larghissima maggioranza bi-partisan, la sua decisione non sia una questione etica ma una delle tante operazioni di bassa cucina inevitabili nella vita di partito e parlamentare.
Per questo tra qualche ora andrò a votarla lo stesso, voglio pensare a tutte le cose che ha detto contro la guerra e non a quello stramaledetto voto che a mio avviso avrebbe potuto e dovuto evitare, magari simulando un attacco di influenza.