PIU’ CHE SPIEGAZIONI NECESSITA LA VERGOGNA

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

62 persone morte in mare. Una tragedia immane.

Foto da Calabria Diretta News

In mezzo a loro molti bambini.
Il pianto mi ha assalito mentre guardavo le immagini in televisione.
Provenivano, anzi scappavano, quasi tutti dall’Afghanistan. Dal paese che un anno e mezzo fa riempiva le pagine dei giornali, i servizi dei telegiornali, le false indignazione ed i bla bla dei soloni dei talk shows. Tutti in coro invocavano la salvezza di quelle genti, dal medioevo dei Talebani. Mentre le immagini dell’aeroporto di Kabul mostravano ragazzi che si agganciavano alle ruote degli aerei in partenza, in un vano e disperato tentativo di fuga.
E dai Talebani fuggivano i morti, gli occupanti del barcone polverizzato al largo di Crotone.
Fuggivano, tentavano di realizzare il sogno di una vita normale.
Frontex ha ricevuto la richiesta di aiuto, l’ha girata a chi di dovere, nessuno ha ascoltato, nessuno si è mosso.
Gli Afghani non occupano più i titoli e neppure l’attenzione di nessuno.
Mentre il ministro degli interni dà la colpa al viaggio, quindi ai morti, della loro morte. E dà la colpa al tempo per l’opera di soccorso mai partita. Mentre alle navi ONG viene resa la vita impossibile. Perché la propaganda ed i voti che la propaganda acchiappa valgono più della vita umana.
Mai come in questo caso, più che le spiegazioni, si rende necessaria la vergogna.