DI MARIO PIAZZA
Va bene, mi sono sbagliato.
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L’appoggio di Elly Schlein all’invio di armi in Ucraina è convinto, altro che disciplina di partito o posizione interlocutoria nell’imminenza dell’elezione a segretario e del successivo congresso. Ce lo ha detto lei senza mezzi termini ieri sera da Fazio che da navigato cuciniere ha lasciato l’argomento per ultimo, solo il tempo per inghiottirlo affinché lo spettatore si alzasse da tavola con in bocca quel sapore.
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Deludente sulla Ucraina, ma anche un tantinello confusa sulle alleanze.
E’ vero che oggi il compito di Elly è di mettere insieme un’opposizione il più ampia e compatta possibile e non un programma di governo di là da venire, ma mettere meritoriamente al primo posto “la difesa di quelli che non ce la fanno” e qualche minuto più tardi tendere la mano agli autori del Jobs Act, della Buona Scuola e dei voucher, gli artefici del lavoro sottopagato e precario, va parecchio oltre la disponibilità che il momento politico richiede.
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Se è vero che ho in parte sbagliato la valutazione è altrettanto vero che ho fatto benissimo a sostenere e votare la sua candidatura alla segreteria.
Lo rifarei oggi e altre 100 volte se fosse necessario, perchè in un panorama politico nazionale di fascioleghismo arrembante, di opposizione barcollante e di insignificanti cespugli gruppettari la Schlein era ed è l’unica novità disponibile.
Nonostante tutti i nonostante.