DI MARIO PIAZZA
Anche gli uomini più emancipati non dovrebbero avventurarsi troppo nei discorsi di matrice femminista, non perché non ne siano all’altezza o manchi loro la sensibilità necessaria ma perché inevitabilmente il loro punto di osservazione è diverso.
Nessun uomo, ma neppure certe donne.
Ho ascoltato il discorso che Giorgia Meloni ha pronunciato ieri, in occasione dello “scoprimento” della sua fotografia nella Sala delle Donne della Camera. Se vi è sfuggito non andatelo a cercare e soprattutto non oggi che è l’otto di Marzo, non perchè provenga da una donna neofascista a tutto tondo ma semplicemente perchè invece di un discorso dalla sua bocca è venuta fuori una pacchiana celebrazione dei suoi successi politici, un esercizio di vanità da sbattere in faccia a tutte le donne che non ce l’hanno fatta.
“Non ci hanno viste arrivare” ha detto citando a sproposito la frase di Elly Schlein che invece parafrasava il libro di Lisa Levenstein sul femminismo estendendone il concetto a tutta la sinistra, uomini e donne, ma ciò che è peggio contrabbandando come femminismo quel plurale ipocritamente collettivo mentre parla soltanto di se stessa.
Mi è sembrato l’equivalente politico delle procaci fanciulle che esibiscono tette e sederi su Tik Tok ma, perdonatemi la scivolata maschilista, almeno quello è un gran bel vedere.
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Lo volevo dire e l’ho detto…
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Buona Giornata della Donna a tutte.