DI MARIO PIAZZA
Se io fossi intelligente la prima cosa che dovrei fare sarebbe smetterla di scrivere sui social atteggiandomi a commentatore politico, e dovrei farlo per varie ragioni piuttosto solide.
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La più importante è che raramente ci azzecco.
Per una beffa del destino la stagione dei social, quella meraviglia che consente a ognuno di noi di dire la propria come una volta si faceva ad Hyde Park salendo in piedi su una cassa di birra, ha coinciso con un’altra stagione, la stagione in cui la politica ha gettato alle ortiche quel poco restante di ideali e di cultura per dedicarsi interamente a ciò che le riesce meglio: la mistificazione.
Gli ideali sono la carta geografica che consente di tracciare una rotta e la cultura è la bussola che consente di seguirla. Senza di essi si può soltanto andare alla deriva senza avere idea di dove si sarà non dico tra un anno ma neppure tra un mese o domani mattina.
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Un’altra buona ragione è che l’avanzare degli anni mi sta rammollendo. Per interloquire quotidianamente con persone di cultura e ideali diversi dai propri occorre ricominciare ogni volta tutto d’accapo, non c’è un terreno comune che consenta di dare per acquisite almeno le basi di un qualsiasi ragionamento.
Per questo chiamare “amici” i propri contatti social mi è sempre suonato ridicolo. Nella maggioranza dei casi si tratta di semplici interlocutori occasionali con cui in circostanze reali non si condividerebbe neppure un tavolino della mensa aziendale.
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L’ultima, almeno per questo post, buona ragione è che non ho la vocazione dell’influencer ma ancor meno quella del parafulmine o del punching ball. Ogni pirla che possegga un PC o uno smartphone può insultarmi, può ridermi in faccia o usare la mia pagina per pavoneggiarsi, per fare la cacca, per sfogare rabbie che con me non hanno nulla a che fare. Il conto economico tra queste migliaia di pirla e la cinquantina di persone che ho imparato a stimare è decisamente in rosso e da ex-imprenditore dovrei dichiarare fallimento e portare i libri in tribunale.
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Questo dovrei fare se fossi intelligente. Usare Facebook per condividere le foto delle vacanze e degli animaletti domestici di cui non frega niente a nessuno, rendere omaggio a un bel libro o a una succulenta pietanza, fare battute e raccontare barzellette.
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Scusate lo sfogo… Se fossi intelligente non avrei neppure sprecato il mio tempo per scriverlo e il vostro per leggerlo.