ARRESTARE PUTIN…

DI CLAUDIO KHALED SER

 

La decisione del Tribunale dell’Aja di emettere un mandato d’arresto contro Putin é, prima di ogni altra considerazione, un ulteriore picconata alla speranza di Pace.
Trattare la risoluzione di un conflitto, indicando un interlocutore come “criminale di guerra”, non solo non aiuta ma affonda le possibilità di una svolta diplomatica.
Prima di entrare nel merito, voglio solo sottolineare che la Corte Penale Internazionale NON é riconosciuta dalla RUSSIA ma nemmeno dagli USA, dalla CINA e dalla stessa UKRAINA che oggi festeggia la decisione assunta dal Tribunale.
Ricordo inoltre che la stessa Corte, ha da anni sulla scrivania dossier d’imputazione mai presi in esame, tra i quali quello contro ISRAELE per la criminale guerra contro la PALESTINA, quello dell’IRAQ contro l’INGHILTERRA, della COLOMBIA, della NIGERIA, SUDAN (DARFUR), LIBIA ed un’altra ventina di casi che attendono nei cassetti della scrivania.
Questo tempismo ad orologeria di procedere alle “indagini” ed emettere una sentenza d’arresto per l’imputato (PUTIN) é quantomeno sospetta.
E’ chiaro che PUTIN non verrà mai arrestato in RUSSIA ma non potrà muoversi nei Paesi (123) che riconoscono la CPI ed il relativo Tribunale.
Un po’ come é successo all’ex presidente sudanese Omar al Bashir, rimasto per anni segregato in Patria prima di essere arrestato e consegnato all’Aja.
Detto tutto quanto sopra, ribadisco che questa “veloce” ed inusuale condanna serva soprattutto a chi vuole partire da una posizione prioritaria nell’eventuale discussione di Pace.
Gli applausi di coloro che NON hanno mai accettato l’esistenza della Corte ma che oggi ne esaltano il verdetto é quanto mai significativa.