DI CLAUDIO KHALED SER
Gli Eroi hanno paura.
Aveva paura Davide quando guardava Golia negli occhi, paura di non farcela, di non riuscire a vincere una lotta impari.
Anche gli Angeli hanno paura.
Quando precipitava, con le ali spente e vedeva la terra aprirsi sotto di lui, Lucifero tremava per il suo destino, per quello che aveva perso, per la luce che si spegneva per sempre.
Tutti abbiamo paura, é quello che ci rende forti.
L’arroganza indebolisce, ci rende miseri mentendo.
Io ho sempre paura.
L’avevo da piccolo giocando da solo in cortile.
Pensavo che se mi fossi nascosto, nessuno poteva farmi del male.
Salivo sul tetto e nonostante il pericolo sotto, a pochi centimetri dai piedi, riuscivo a mettere da parte la paura.
Vincevo e sognavo di poter essere come Peter Pan, volare via, lontano, in un posto cosi’ lontano che “non c’é”.
Avevo paura di quella ragazzina a scuola, paura di non piacerle abbastanza, di non essere quello che l’avrebbe accompagnata a casa ed il giorno dopo l’avrebbe baciata sulla porta.
Fu la paura, “il va o la spacca” a spingermi di darle un bacio.
Imparai così che l’Amore, prima di tutto é saper soffrire.
Passarono gli anni, finiti gli studi mi confrontai con la vita.
Fui mandato in una terra che nemmeno conoscevo per nome, in mezzo a gente che parlava ed io non capivo, stavo come un acrobata sul filo ed avevo paura.
Paura di cadere e di non sapermi rialzare.
Eppure avevo sulle gambe i segni di altre cadute.
Ma l’ultima paura é sempre la più forte.
Poi un giorno li vidi.
Si stringevano uno contro l’altro, i bambini si chiudevano le orecchie per non sentire il rumore degli spari.
Vidi delle Donne proteggere i loro figli con un abbraccio disperato e gli Uomini fare scudo alla violenza che s’abbatteva su di loro.
Avevano paura, ma la sfidavano.
Vidi l’Afghanistan e vinsi la paura.
Ho visto Gino non tirarsi indietro.
Mettere prima gli altri davanti a tutto.
Spegnere la loro paura senza curarsi della propria.
Vidi Lui in quell’Afghanistan e vinsi la mia paura.
Negli anni che seguirono imparai a domarla.
Non chiudevo più gli occhi e non mi tiravo indietro.
C’erano loro davanti a me ed io non potevo permettermi d’aver paura.
Mi dicevo spesso che se avessi avuto anche solo un istante di paura, avrei rovinato tutto, sarei stato inutile ed il mio sogno d’essere d’aiuto sarebbe morto, morto di paura.
E’ per loro che non dovevo averne.
E’ per loro che dovevo vincere.
Ciascuno di Noi ha lottato contro le proprie paure.
Ognuno ha saputo affrontarle e non é stato importante vincerle o perderle, é stato fondamentale combatterle.
Come fanno gli Eroi,
Come fanno gli Angeli.
Ho avuto paura di Lei perché il suo sguardo mi disarmava.
Mi leggeva dentro anche quando chiudevo il mio cuore a chiave.
Ma la sua mano era di roccia pura.
Sapevo che non sarei mai caduto.
Oggi, nonostante Lei non ci sia, quella roccia ancora m’appartiene ed é a questo che mi lego per vincere la paura di non farcela.
Ma il suono della paura, come l’urlo di un lupo nella notte, spesse volte mi risuona dentro ed alimenta i miei dubbi, mina le mie certezze e tutto mi sembra perso……
Poi mi ricordo di Gino, di Lei, mi ricordo del suo coraggio nell’affrontare l’ultimo metro di vita.
Si, aveva paura, ma non tanto per se stessa, ma per me.
Si chiedeva se fossi stato in grado di superare tutto questo.
E guardandola, così bella, così forte, ho preso il coraggio di vivere ancora.
Non dobbiamo mai vergognarci d’avere paura.
E nemmeno di metterci in un angolo a piangere, a cercare di liberarci con quelle lacrime, del dolore che ci devasta dentro.
Anche gli Eroi piangono.
E anche gli Angeli.
Particolare del dipinto “L’angelo caduto” di Alexandre Cabanel