DI ENNIO REMONDINO
Il ‘piano di pace’ di Xi spinge Zelensky a chiedere una conversazione con il leader cinese, gradita solo in parte a Putin e inorridisce l’amministrazione Biden. Ma è proprio lo scontro tra Pechino e Washington che lega e costringe Mosca e Kiev in un conflitto prolungato, sostiene Lucio Caracciolo su Limes.
Mentre Pierre Haski, France Inter, nella visita di Xi a Mosca vede due elementi fondamentali: il primo è che Pechino non abbandonerà Putin (una notizia che infrangerà le speranze di alcuni occidentali). Due, trattativa avanzata per la costruzione di un secondo gasdotto tra la Russia e la Cina, attraverso la Mongolia.
Cina e Russia alla testa del fronte anti-occidentale
«Il rumoroso rientro della Cina sulla scena internazionale, dopo tre tristi anni di letargo da Covid e di arroganti scomuniche inflitte al resto del mondo, potrebbe inavvertitamente prolungare e inasprire il conflitto in Ucraina», la minacciosa analisi di Caracciolo. E non sarà solo colpa di Pechino. Anzi. «Evidente che gli Stati Uniti mai consentiranno alla Cina di intestarsi la pace in Ucraina. Comunicazione subito girata da Biden a Zelensky. La guerra deve finire declassando la Cina, più ancora che la Russia. O non deve finire».
Zelensky che inizia a dubitare
Il presidente ucraino ha preso nota dei massaggi persino rozzi inviati da Washington, ma non per questo rinuncia a esplorare la pista cinese. Negli Usa cambia presidente e non sai cosa ti puoi aspettare. Certo il ‘piano di pace’ di Xi non avvicina pace o cessate il fuoco a breve. Colloqui informali e segreti a medio livello fra russi e ucraini sono finora inutilmente in corso per esempio a Ginevra. Anche fra Mosca e Washington i canali restano aperti, non solo per evitare lo scontro militare diretto causa incidente.
Se America a Cina volessero
Gli americani da mesi segnalano non troppo riservatamente a Kiev che prima o poi si dovrà arrivare al congelamento del conflitto in stile coreano: impregiudicati i confini di Stato perché nessuno può cedere qualcosa all’altro, si traccerà una linea divisoria presidiata da contingenti internazionali e garantita dalle maggiori potenze. Tutto ciò dopo un’offensiva ucraina che consentisse di recuperare parte dei territori annessi da Putin, altrimenti Zelensky non potrebbe nemmeno accennare il negoziato.
Guerra in Ucraina, dettaglio
Scontro chiave Stati Uniti-Cina per il primato mondiale. Con aspetti curiosi, tragicamente comici. Il Pentagono che tifa per armi cinesi a Mosca che verrebbero sottratte alla ‘minaccia Taiwan’. Quelle forniture che invece gli americani offrono agli ucraini, a scapito del flusso di armi agli amici e alleati asiatici impegnati nel contenimento delle ambizioni oceaniche di Pechino. «Ciò spiega le recenti pressioni dei militari americani sui colleghi di Kiev perché chiudano la partita entro l’estate. La priorità è la Cina, non la Russia», ribadisce Caracciolo.
Chiudere con l’Ucraina
“Guerra di attrito”, a chi giova il prolungarsi del conflitto? I russi, forti di una superiorità netta in uomini, risorse e armamenti, sono convinti di poter resistere un minuto più degli ucraini. I quali sperano di farcela grazie al sostegno americano e di alcuni paesi europei, Polonia in testa, da cui dipendono. Partita mortale senza nessun vincitore in vista. Fronte quasi in stallo, ma non durerà a lungo. È però evidente che gli Stati Uniti mai consentiranno alla Cina di intestarsi la pace in Ucraina.
«Comunicazione subito girata da Biden a Zelensky. La guerra deve finire declassando la Cina, più ancora che la Russia. O non deve finire».
Cina, “neutralità pro Putin”
«Dopo l’invasione dell’Ucraina, la Cina ha mantenuto quella che un diplomatico ha battezzato argutamente come una “neutralità pro Putin”, un equilibrio sottile che avvantaggia Pechino più di Mosca», ci ricorda invece Haski su Internazionale. E quindi passiamo alla partita Mosca Pechino. «Tra Russia e Cina esiste una collaborazione rinforzata, ma non ancora un’alleanza formale, e questo per volontà di Pechino. Cina e Russia condividono una visione del mondo antioccidentale, ma non al punto tale da legare i propri destini in uno scontro con il blocco occidentale».
Multipolarismo e ‘disallineati’ nel mondo
Xi Jinping guarda oltre la Russia ed oltre la guerra in Ucraina. Leader del mondo non occidentale, di cui fanno parte anche i paesi del sud che non hanno voluto allinearsi con Washington sull’Ucraina e vorrebbero emanciparsi dalle alleanze del passato. E la questione non si limita all’Ucraina. Pechino ha preso nota della visita del primo ministro giapponese Fumio Kishida a Kiev (sottolineata da Remocontro), che ha coinciso con quella di Xi a Mosca. E le rivalità asiatiche si ritrovano in questo pezzo d’Europa in guerra.
“Nonostante il peso altissimo che tutti noi, Paesi europei di stretta obbedienza americana, siamo destinati a pagare ancora a lungo”.
Articolo di Ennio Remondino, dalla redazione di
23 Marzo 2023