DI MARIO PIAZZA
Solo a pronunciare la parola “tortura” viene la pelle d’oca e la mente corre all’Inquisizione e alle unghie strappate con le tenaglie, ma fortunatamente quelli sono metodi superati che solo i peggiori criminali psicopatici ancora usano.
La tortura in uno stato di diritto si configura ogni qual volta un soggetto “con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia”.
Mi pare il minimo per non sprofondare nella barbarie, quella barbarie di cui i prigionieri della Diaz e di Bolzaneto, Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e centinaia di detenuti sono stati vittime, proprio come è accaduto al povero Giulio Regeni nelle galere del Cairo.
Certo, ogni articolo di legge può prestarsi a manipolazioni pretestuose da parte delle sedicenti vittime. Ad esempio molti ex-mariti sono stati accusati di violenze con il solo scopo di togliere loro la custodia dei figli, ma solo un pazzo penserebbe di risolvere il problema cancellando la legge che protegge milioni di mogli picchiate e di figli abusati.
Solo un pazzo, oppure solo un fascista che dei diritti umani, civili e sociali se ne sbatte le balle.
PS: Non ho avuto il coraggio di mettere accanto alla foto di Stefano Cucchi anche quella dei suoi resti martoriati, sono certo che è impressa nella coscienza di tutti quelli che hanno letto questo post.