LA PACE CINESE DI XI O ARMI A MOSCA SE CONTINUA LA GUERRA IN UCRAINA

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

 

Xi propone la pace o almeno una tregua (con Kiev che lo invita in visita), e i suoi generali spiegano che se continua la guerra dovranno dare armi a Mosca. Fine dei dubbi ‘interpretativi’ sui risultati del viaggio di Xi Jinping a Mosca, ieri ci ha pensato il Ministero della Difesa cinese. «Quella con Putin è una vera e propria alleanza militare strategica».
Il leader del colosso asiatico sta usando il suo potere contrattuale per una soluzione diplomatica, qualunque essa sia. «Se no cominceremo anche noi a rifornire massicciamente una delle parti in lotta e la guerra durerà all’infinito».

“Militarmente alleati con la Russia”

Se c’erano ancora dubbi interpretativi sui risultati del viaggio di Xi Jinping a Mosca, ieri ci ha pensato il Ministero della Difesa cinese a farli scomparire. Con una secca dichiarazione, fatta apposta per non lasciare spazio a chi pensa di poter giocare sempre sull’ambiguità diplomatica: il portavoce Tan Kefei ha detto che quella con »Putin è una vera e propria «Alleanza militare strategica». Non rivolta contro nessuno in particolare, ma «uno strumento per garantire stabilità al pianeta». In pratica, la trasposizione in salsa cinese della vecchia massima ‘si vis pacem para bellum’. Più filosofia latina, insomma, piuttosto che spirito confuciano.

Le diverse parti in commedia

E l’annuncio di Tan Kefei taglia la testa al toro, facendo capire che, ‘proprio perché amano la pace, Russia e Cina preparano la guerra. A cosa servono, se no, le mega-esercitazioni congiunte, che le due potenze organizzano periodicamente, come quelle svoltesi, qualche settimana fa, nel Golfo di Oman? La verità è che bisogna leggere in trasparenza qualsiasi impegno, anche le dichiarazioni d’intenti che possono sembrare più generiche. Così, nel vertice di Mosca, Putin e Xi non hanno fatto altro che ribadire una «collaborazione strategica no-limits», come era già stata fissata all’inizio del 2022. Ma questa volta con dei contorni geopolitici ben più definiti, in quanto sono state citate regioni planetarie come il Medio Oriente, il Sud-est asiatico e l’America Latina.

Centrale ancora l’Ucraina

Centrale ancora l’Ucraina, anche se Pechino e Washinton già guardano oltre, ma con occhi strabici. E anche in questo caso bisogna ricostruire, con pazienza, un mosaico fatto di tessere che traballano. Xi e Putin avevano solennemente concordato di evitare il trasferimento di armi nucleari all’estero. Ma l’annuncio delle testate atomiche tattiche in Bielorussia, è una chiara smentita di quanto annunciato qualche settimana prima. La stessa affannosa corsa degli occidentali, Stati Uniti in testa, a dissuadere Pechino dal fornire armi letali alla Russia, è altro simbolo dell’incertezza dei tempi. Tutti sanno che la Cina ha già aiutato il suo potente vicino in mille modi, principalmente fungendo da sponda per aggirare le sanzioni economiche. Non c’è prova (ancora) della cessione diretta di armi. Ma l’impressione, tra gli analisti, è che Xi Jinping, stia cercando di giocare come il gatto col topo.

O la pace o anche le nostre armi

Il leader del colosso asiatico forse sta usando il suo potere contrattuale per trovate una soluzione diplomatica, qualunque essa sia. «Se no cominceremo anche noi a rifornire massicciamente una delle parti in lotta (la Russia, è ovvio) e la guerra durerà all’infinito». Uno scenario che già fa venire i brividi alla schiena di molti ‘strategist’ della squadra di Biden. Proprio parlando durante un’audizione davanti al Congresso, la responsabile del Direttorato per l’Intelligence Usa, Avril Haines, ha detto che il tempo, in Ucraina, lavora a favore di Putin. D’altro canto, con la tagliola delle Presidenziali nel 2024, i margini di manovra di Biden si vanno via via riducendo. I Repubblicani vogliono usare la guerra in Ucraina come clava elettorale, e alcuni sondaggi dimostrano che la popolarità del sostegno americano non è più quella di prima. In molti accusano il Pentagono e il Dipartimento di Stato di non avere un piano strategico preciso. Si va avanti alla giornata.

L’invito di Xi e Kiev

Anche Zelensky ha fiutato un cambiamento di vento e si è esposto fino al punto da invitare Xi Jinping a Kiev. Come se tutto questo non bastasse, il South China Morning Post di Hong Kong fa i conti in tasca al blocco occidentale e ne mette in risalto la sproporzione tra risorse impiegate e risultati ottenuti. Si parla di circa 163 miliardi di dollari trasferiti in aiuti all’Ucraina, di cui una settantina di miliardi in sostegno militare diretto. Se Pechino dovesse rifornire e armare in modo consistente l’esercito russo, è probabile che l’equilibrio sul campo verrebbe definitivamente alterato.

“A meno che l’Occidente non decidesse di raddoppiare o triplicare i suoi sforzi finanziari. Insomma, fatti i conti e tirare le somme, sembra proprio che, almeno per ora, il coltello ce l’abbia in mano Xi Jinping”.

 

Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

31 Marzo 2023