DI MARIO PIAZZA
Sarà pure borghese e mezza svizzera ma la prima mossa concreta realmente politica di Elly Schlein non mi ha affatto deluso.
Credo che le nomine dei 21 componenti della nuova segreteria del PD spostino il baricentro del partito un pochino più a sinistra, non quanto noi vetero-comunisti avremmo voluto e non senza un po’ di mal di pancia per qualche nome discutibile, ma credo che non si potesse sperare in qualcosa di più incisivo senza mandare in pezzi l’unica possibilità di opposizione all’invasione barbarica che il paese sta subendo.
Mi rallegra la presenza di nomi battaglieri che non fanno sconti alla destra come quelli di Furfaro, Zan, Ruotolo, D’Attorre, Guerra e Majorino e, con l’unica eccezione della Serracchiani, considero accettabili le concessioni all’ala centrista del partito.
Sono contento che gli effimeri canti delle Sardine e i diktat dell’Ottavo Polo non abbiano trovato ascolto e approvo che dietro qualche nomina si possa intravedere una apertura ai Cinquestelle.
Se son rose fioriranno presumibilmente a maggio, se invece saranno ortiche non potremo certo dire che Elly non ci abbia provato.