DI CLAUDIA SABA
Una madre che affida il proprio figlio a una Culla per la vita ha già deciso.
È un gesto d’amore.
Chissà da quanto tempo cercava una soluzione diversa che però non è arrivata.
È difficile immaginare quanta sofferenza ci sia dietro una simile scelta.
Una scelta non facile, e che per questo va rispettata fino in fondo.
Invece la notizia è trapelata, sbattuta in prima pagina, ovunque.
Appelli per farla tornare sui suoi passi, giudizi, gossip e sui social ogni genere di pettegolezzo.
Cercare di convincerla a tornare indietro è violare la sua privacy, è violare un dolore, una sofferenza così profonda in cui nessuno può e deve permettersi di entrare.
Ma sono sempre le
donne quelle messe a dura prova.
Di appelli al padre non se ne parla.
È l’ora del silenzio.
Del rispetto.
Basta parlare ancora di quel bimbo, scrivere lettere e fare appelli alla madre.
Nessuno ha il diritto di giudicare chi sta già soffrendo per un gesto così grande.
Davanti al destino di una vita
si deve fare silenzio.