LA SETTA CHE DIGIUNA FINO ALLA MORTE: FOSSE COMUNI RINVENUTE IN KENYA

DI CRISTIANO TASSINARI

 

 

Si sono lasciati morire di fame, perchè glielo ha ordinato il leader spirituale della setta.

Leader spirituale in carcere

Ancora macabre scoperte, in Kenya.
Nella foresta di Shakahola, gli esperti forensi del Dipartimento investigativo criminale (DCI) ha riesumato i corpi di altre 26 persone, ritenute membri di una setta religiosa i cui seguaci si condannano loro stessi a morire di fame, “per incontrare Gesù”, come prometteva il loro leader spiriturale.

La scoperta porta a 47 il numero di cadaveri rinvenuti in tre giorni in diverse fosse comuni, che si trovano sul terreno di proprietà del “pastore” della setta.

AP/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
Shakahola (Kenya), 23.4.2023AP/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.

Il 14 aprile scorso era stato arrestato Makenzie Nthenge, leader della setta che si fa chiamare “Good News International Church”: è stato incriminato per legami con l’occultismo, dopo che due bambini sono morti di fame sotto la custodia dei loro genitori, membri della stessa setta.

L’uomo era già stato arrestato, per propaganda di “culti religiosi”, nel 2019.

La polizia ha ricevuto una soffiata anonima e ha fatto prontamente irruzione nella proprietà di Ntenghe. Salvando una decine di persone, ormai in condizioni critiche.

Esistono fondati sospetti, però, che le vittime possano essere molte di più.

AP/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
La mappa di dove è avvenuta la tragedia in Kenya.AP/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.

Cosa accadeva nella setta?

Hussein Khalid, Direttore dell’organizzazione per i diritti umani Haki Africa:
“Questo mostra chiaramente che ci sono molte anche persone che stanno continuando a digiunare e che rischiano di morire, ogni secondo che passa. È per questo che stiamo facendo appello al governo nazionale affinché mandi qui l’esercito”.

Sebastian Muteti, addetto alla protezione dei minori nella sottocontea di Malindi, spiega cosa accadeva all’interna della setta:
“I bambini appartenevano alla famiglia e alla comunità. E quando uscivano erano legati con delle corde e costretti a digiunare, fino alla morte. Questo è un duro colpo e un grande shock per il nostro Paese. Che inaudita crudeltà!”

I politici locali hanno esortato il Tribunale a non rilasciare il “pastore” Ntenghe – per il quale i suoi avvocati hanno chiesto la liberazione dietro cauzione – denunciando la drammatica diffusione dei culti pagani nell’area di Malindi.

 

Di Cristiano Tassinari  & Euronews