LATINA E’ MALATA… DI TRISTEZZA

DI LIDANO GRASSUCCI

 

Ieri la città si vedeva a malapena
Oggi la città si vede tutta intera
Ieri il mare si scuoteva da fare pena
Oggi il mare ha la barba tutta nera.

Lucio Dalla, Anidride solforosa

Così mi appare questa città, come se stesse sul procinto di staccarsi da se stessa. Non si sentono più le voci. Luce di un aprile ancora freddo, di una primavera lontana da venire. Vorrei assaggiar le nespole, prepararmi alle ciliegie, accogliere maggio e la sua forza. Invece è novembre, lungo le strade scemano impazienti tensioni di niente.

Vorrei sapere se domani faremo una festa o se sarà tempo di ricordare chi è venuto a mancare. Tutto giusto ma c’è differenza. Se domani sarà festa mi comprerò le scarpe nuove, lucide di lucido. Se domani sarà ricordo avrò la faccia da funerale. Ma non si dice nulla… due parole e niente più, due parole di circostanza e tutto avanza, è rifiuto.

In citta tutto si chiude, nulla si apre, tutto si veste a lutto

La paura del ridere Il riso squassa il corpo, deforma i lineamenti del viso, rende l’uomo simile alla scimmia, così dicono gli uomini della paura di vivere di Umberto Eco nel Nome della Rosa.

Così monaci chiusi in torri senza luce evitano la festa, accuratamente.

I democristiani “inventarono” il carnevale, inventarono il premio tascabile dei libri, fecero un teatro, immaginarono una università, si illusero che si poteva ridere. Pensarono al riso del teatro, della goliardia, dei libri come Tre uomini in barca, cercarono tra le ragazze di qui Colombina e non solo Maria Goretti. Guardarono a come suonavano il jazz i ragazzi americani delle Casermette. Quando arrivarono i profughi non gli chiesero ragione delle fughe, ma li accompagnarono verso i soldi in Canada o in altri mondi da creare.

Di questi argomenti non sentite parlare e ci saranno serie cose da fare e non l’unica cosa che aiuta a vivere… ridere

Ridere sempre così giocondoRidere delle follie del mondoVivere finché c’è gioventùPerché la vita è bellaLa voglio vivere sempre più

Andrea Bixio, Vivere 1937

Se fossi candidato farei un manifesto con questa canzone e nulla più. Latina è malata di tristezza.

 

Di Lidano Grassucci da

26 Aprile 2023