DI MARIO PIAZZA
A differenza del 25 Aprile che può essere considerato il giorno di tutti gli italiani con la sola esclusione dei fascisti, pre o post non fa differenza, il Primo di Maggio è senza discussioni una festa di Sinistra perché i Lavoratori sono di sinistra… Anche quelli di destra.
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La ragione non è semplice da comprendere ed è tutta concettuale. Darsi da fare con l’unico scopo dell’arricchimento personale non è Lavoro, è un’attività che se svolta onestamente non ha nulla di deplorevole ma che è utile agli altri solo incidentalmente. Per accettare invece che una parte più o meno cospicua della propria fatica vada a beneficio di chi prospera sulle fatiche degli altri occorre non solo una retribuzione dignitosa ma anche il convincimento di essere parte di qualcosa di sociale, di utile alla società nel suo insieme, in una parola di Socialista.
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Per questo non c’è nulla di strano se un governo di estrema destra e in primis la sua abile condottiera vedono il Primo di Maggio come il fumo negli occhi e tentano di dissacrarlo ricorrendo non solo a trucchetti da contrabbandiere che relegano i sindacati a un formale fastidio neppure degno di figurare nella normale agenda, ma addirittura scegliendolo come data per promulgare un obbrobrio che renderà il lavoro ancora più sfruttato e precario di quanto già non fosse.
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A tanta ripugnante tracotanza ci sarebbe un solo modo di rispondere ma pare che i “compagni dai campi e dalle officine” abbiano perduto insieme alla falce e al martello anche altri attributi indispensabili.