DI LEONARDO CECCHI
“Con l’obbligo del Pos c’abbiamo perso un milione di euro”.
A dire questa frase non è stato un imprenditore, ma un mafioso. Un ndranghetista, per la precisione.
Uno di quelli arrestati ieri – l’avrete sentito al tg – nella maxi retata fatta in tutta Europa.
Questi signori avevano un impero con ristoranti anche qui a Roma, oltre che in Portogallo. E il pos creava loro un problema: limitava, seriamente, la distrazione illegale di fondi dalle loro attività per finanziare l’organizzazione mafiosa, arrecandogli così diversi danni.
Per questo se ne lamentavano.
Ecco, chi allora in questi mesi – e mi rivolgo ai decisori – ha straparlato di “cappi”, “meccanismi capestri”, “strumento amico delle banche” in riferimento al Pos, dicendo che limita la libertà delle persone, dovrebbe riflettere su tutto questo.
La tracciabilità dei pagamenti danneggia e ostacola le mafie. Fa perdere loro soldi e aiuta a rintracciarli.
Chi lo nega consapevole di tutto ciò, facendo retorica spicciola, lo dico chiaro, fa loro un favore.