ELEZIONI, LA CULTURA E’ ALTRA COSA: L’IDENTITA’ NEGATA

DI LIDANO GRASSUCCI

 

In questi giorni di campagna elettorale è di scena la cultura, verrà a Latina un sottosegretario Vittori Sgarbi e il ministro alla cultura Gennaro Sangiuliano, verranno e faranno il loro (sostengono Matilde Celentano) . Ma Latina ha una idea di se stessa? Ha uno straccio di idea su che contributo originale dare al mondo?

Qui vengono da ogni dove, noi sempre con il cappello in mano, e ci dicono “che posto bellissimo”, “grandi potenzialità”. Poi vanno via e credono di essere stati a Civitavecchia senza porto in provincia di Roma. Dicono “città razionalista”, bella, ma poi vanno a vedere i palazzi dell’Eur. ci dicono “Oh, Cambellotti” ma vanno alla Wolfsoniana a Genova a vedere di 320 suoi disegni, o al MART (Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto) e qui piccoli e tetri intellettuali protestano per la cacca della mosca sull’opera riprodotta 

Cultura è la coscienza di se stessi, è patrimonio umano non cose o edifici. Firenze ha edifici bellissimi, ma la sua cultura è Dante, ha musei incredibili, ma il suo contributo è Machiavelli, Guicciardini.

Latina non è l’involucro ma la gente. Sento che tutti parlano di borghi da valorizzare, nessuno si erge a difesa di quel patrimonio immenso e identitario della tutela delle lingue veneto-friulane che lì si parlavano. Nessuno ha una idea di difesa di quegli italiani di Tunisia che qui hanno fatto la rivoluzione dell’uva Italia prima e del kiwi dopo con quel loro accento francese nella dolcezza della lingua di Cielo D’Alcamo.

Mi taccio della considerazione che si hanno delle lingue lepine di cui si nega finanché la legittimità ad esistere. Cultura era, ad esempio, partecipare nel 2014 alle celebrazioni dei 100 anni della prima guerra mondiale raccontando dove i morti delle trincee sono “rinati nei nomi dei borghi che sono battaglie“. L’idea che dalla tragedia può esserci riscatto.

Nessuno ha invitato mai l’assessore alla cultura della Regione Veneto, o della regione Friuli per fare insieme una tutela di un originalissimo gruppo linguistico. A Pisa hanno una torre storta, mica la vogliono buttare giù per farla diritta, la loro identità è storta. Noi qui abbiamo una identità che è come i colori di Missoni e invece vogliamo fare tutto nero.

La cultura è uomini e donne, è ricordare che gli ebrei romani hanno nomi dei nostri paesi perché qui sono vissuti per secoli, assimilando i nostri usi e regalandoci i loro. Magari chiedere al governo di Israele di fare tornare i successori dei Segni, dei Sermoneta, dei Cori, dei Sonnino, dei Roccasecca, dei Terracina e far rivivere scambi secolari e un nuovo turismo culturale (quei ragazzi oggi in Israele sono classe dirigente).

Raccontare di Norma la Masada lepina dove gli uomini di Mario piuttosto che arrendersi a Silla si uccisero tutti, come fecero gli ebrei a Masada per non cadere in mano romana.

Ma di questo non parleremo, parleremo di palazzi accusando il dopoguerra di averli distrutti, quando il dopoguerra li ha ricostruiti perché li ha distrutti la guerra, e una guerra persa.

A casa mia, vivevo con mia nonna e mio nonno che mi hanno allevato ad essere più setino dei setini, ma…. quando tornavo da mamma e papà loro si parlavano in italiano, ma si arrabbiavano in veneto o in setino che capisco Carlo Goldoni ma anche Cesare Chiominto e sono diventato io come tanti ragazzi del mio tempo.

Una volta a Padova un tassista mi chiese: “ma di dove è lei”. Risposi: di qua, perchè conoscevo ogni angolo del caffè Pedrocchi senza esserci mai stato, ma nonna Gilda cispadana me lo aveva “spiegato” e gli austriaci non li posso vedere e lo stesso vale per i preti perchè conosco il loro giogo (servi dello straniero o del Papa re) e io sono italiano. Italiano che ha imparato da nonno Lidano l’orgoglio “gl’omo non se leva i cappeglio dinanze a niciuno, fosse puro i papa”. Questa è cultura… nonno per mesi invocò la Madonna, ultima speranza di tutti i tribolati, per porre fino alla vita che lo aveva bloccato su un letto e di quel letto reso prigioniero e un buttero sta con i cavalli non nel letto e la morte può essere buona.

Mi scuserete, ma la cultura non sono le mura.

 

Articolo di Lidano Grassucci da

4 Maggio 2023