DI VIRGINIA MURRU
In data odierna, all’Aula della Camera, si è dato il via libera definitivo alla ratifica degli accordi tra Italia e Confederazione Svizzera sull’imposizione dei lavoratori frontalieri, con Protocollo aggiuntivo e Scambio di lettere.
Protocollo, come si precisa nel sito ufficiale della Camera, che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera.
Il testo è stato approvato con 239 voti a favore e nessun contrario.
L’accordo, che stabilisce il metodo relativo alla tassazione concorrente, attribuendo i diritti ad entrambi gli Stati, ossia a quello di residenza e a quello che risulta fonte del reddito da lavoro dipendente, era stato firmato a Roma a dicembre 2020.
L’intesa dovrebbe così evitare le doppie imposizioni ai lavoratori oggetto dell’accordo, regolando, nel contempo, anche altre situazioni in merito alle imposte sul reddito e sul patrimonio. L’imponibile riguarda l’80% del Paese in cui si svolge l’attività lavorativa. Sarà lo Stato di residenza, secondo l’intesa, ad applicare quindi la propria tassazione sui redditi, evitando la doppia imposizione, e tenendo conto delle imposte prelevate nell’altro Stato.
Ai lavoratori della Confederazione che operano in Italia, saranno ridotte del 20% l’imposta netta e le addizionali comunale e regionale Irpef. L’indennità di disoccupazione sarà equiparata a quella che percepiscono i lavoratori svizzeri per i primi 3 mesi, sempre che quella italiana non sia superiore di quella svizzera.
Ai Comuni di frontiera è stata destinato un finanziamento di 89 mln di euro annui, mentre al fine del potenziamento infrastrutture e sostegno ai salari percepiranno 1,66 mln di euro, tramite l’istituzione di un Fondo per lo sviluppo economico.